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Spagna: ban della pubblicità di gioco online, concessionari contro le lotterie di Stato

15 ottobre 2018 - 16:29

Si apre il dibattito sulla regolamentazione della pubblicità del gioco anche in Spagna: levata di scudi dei concessionari e forte discriminazione tra online e lotterie di Stato. 

Scritto da Cesare Antonini

La questione spagnola sulla regolamentazione della pubblicità del gioco d'azzardo è leggermente differente rispetto a quella italiana. Non fosse altro per come è stata posta e per la piega che potrebbe prendere il dialogo tra le parti con il settore dei giochi che si sta già ribellando (a differenza del silenzio di molti dei concessionari punto it) al patto di bilancio firmato giovedì tra il governo e Unidos Podemos, l'unione delle forze populiste di sinistra. Tuttavia si ravvede una discriminazione piuttosto grave tra lotterie di stato e giochi privati.

Al punto 13.1, si contempla l'approvazione di "una regolamentazione della pubblicità del gioco d'azzardo online e delle scommesse a livello statale, simile a quella dei prodotti del tabacco", a cui è vietato qualsiasi tipo di promozione dal 2005. L'intenzione, quindi, è di limitare un'area non regolamentata, la pubblicità del gioco e il gambling online, un'area che oggi non ha norme specifiche. Cejuego, l'associazione dei principali concessionari di gioco spagnoli ha subito tuonato tramite El Pais: “Se viene effettuata una restrizione, deve anche interessare l'operatore pubblico: lotterie statali e scommesse”. Insomma, una voce unica che farà da dirimpettaia alle posizioni politiche avverse per trovare una giusta applicazione. Di CeJuego fanno parte Cirsa e Codere, i principali concessionari spagnoli, poi Novomatic, Grupo Franco, Grupo Servimatic e altri ancora.

La crescita dell'attività promozionale di giochi online negli ultimi anni è incontestabile. Nel 2017 erano 221 milioni di euro, il doppio di quattro anni prima. Di questo importo, 112 milioni corrispondevano alla pubblicità e alle sponsorizzazioni, e il resto per altri prodotti come i bonus promozionali. Solo nella prima metà di quest'anno, l'investimento in pubblicità e sponsorizzazione delle case da gioco online è stato di 88 milioni di euro, il 54% in più rispetto allo stesso periodo del 2017, in gran parte dovuto al fatto che i Mondiali di calcio si sono svolti quest'anno.
Il gioco online non ha una norma specifica per regolare la sua attività promozionale. La legge del regolamento del gioco del 2011 non ha affrontato il problema, e da allora ha funzionato in un regio decreto il cui ultimo progetto risale a novembre 2017.
Eccolo l'approccio corretto presentato dal ceo di Cejuego, Alejandro Landaluce: “Siamo d'accordo con la regolamentazione della pubblicità del gioco online, capiamo che ci deve essere uno sviluppo, ma non è stato fatto, è ancora in un cassetto. Non vogliamo che non venga approvato ma rifiutiamo che la pubblicità del gioco online sia equiparata a quella del tabacco o dell'alcool, poiché, pur essendo classificata come dipendenza non è presente nel manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali sviluppato dall'American Psychiatric Association. Inoltre, rappresenta lo 0,5% della percentuale delle dipendenze”.
Con questi argomenti, Cejuego chiede che qualsiasi cambiamento legislativo in termini di pubblicità di gioco sia lo stesso per tutti gli operatori, sia privati ​​che pubblici. Cioè, Lotterie e scommesse di stato o le lotterie e i grattini di Once dovranno avere le stesse restrizioni.
A differenza degli operatori privati, la pubblicità di lotterie e scommesse statali non dipende dalla legge del regolamento del gioco online. Il Governo non ha mai specificato nessuna limitazione.
Nel caso delle Lotterie, il suo investimento pubblicitario è di circa 70 milioni di euro l'anno e la sua presenza come sponsor di eventi sportivi e iniziative è comune. La ragione, sarebbe nel fatto che le lotterie in questione hanno uno "scopo pubblico".
Il ceo di Cejuego sostiene che il canale online, non avendo strutture fisiche, "ha bisogno di pubblicità", ma riconosce la necessità di limitare il livello attuale attraverso determinate restrizioni, come le fasce orarie o l'uso di testimonial, qualcosa che è già contemplato nella bozza del decreto reale .
Un altro problema che ha affrontato il settore negli ultimi tempi è l'alta densità di sale da gioco in alcuni quartieri di Madrid, che a differenza della maggior parte delle comunità autonome, non limita le distanze tra le località. Insomma si parla di distanze anche in Spagna.

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