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A New York la morte del poker online? 'L'abilità non esclude l'azzardo'

17 febbraio 2020 - 09:25

Una pronuncia della corte d'appello statale di New York potebbe mettere la parola fine sulla regolamentazione del poker online. 

Scritto da Cesare Antonini

Tutti pensavano che i Daily Fantasy Sports potessero aiutare il poker ad essere finalmente sdoganato e, soprattutto, essere definitivamente legalizzato negli Stati Uniti come gioco legale e d’abilità. Ma gli ultimi aggiornamenti che arrivano dagli Stati Uniti non sembrano andare precisamente in questa direzione.

Una legge del 2016 che autorizzava il Daily Fantasy Sports (DFS) a New York è stata ritenuta incostituzionale nel 2018 e la decisione è stata confermata la scorsa settimana da un tribunale d'appello dello stato.

Il principio che sta alla base di questa pronuncia è tanto semplice quanto spiazzante: “La legge ha identificato i concorsi DFS come "un gioco di abilità" - riportano su PokerFuse - e non un gioco d'azzardo al fine di aggirare una restrizione nella costituzione dello stato che proibisce l'espansione della maggior parte dei prodotti d'azzardo. Ma i tribunali hanno stabilito che solo perché un gioco comporta abilità non significa che non si tratti di gambling”. Come dicevamo, spiazzante. Una vita a rincorrere la certificazione del poker come game of skill ed ecco la chiusura che, almeno nello stato di New York, rischia di essere definitiva.

Il gioco d'azzardo a New York, nella Legge Penale dello Stato, è rilevato quando una persona "mette in gioco o rischia qualcosa di valore sull'esito di una gara di fortuna o di un evento contingente futuro che non è sotto il suo controllo o influenza".

Dopo aver riconosciuto che gli Interactive Fantasy Sports (IFS), come indicato nella legge di New York, comportano un elemento di abilità, la corte d'appello ha stabilito che “tuttavia, abilità e possibilità non si escludono a vicenda; spesso coesistono. La domanda determinante è se i concorsi IFS implicano un grado di probabilità materiale. Pertanto, tali concorsi costituiscono gioco d'azzardo se i loro risultati dipendono da un grado materiale da un elemento di probabilità, nonostante l'abilità dei concorrenti possa anche essere un fattore in essi, in modo tale da essere concorsi di fortuna", ha continuato .

Uno spazio, però, sembra esserci. In effetti andrebbe appurato definitivamente, quanto l’abilità incide e se questa supera la chance e, quindi, può influenzare maggiormente l’andamento del risultato a prescindere dalla randomizzazione delle carte e da quello che scende sul board. Che poi è quello che ha permesso spesso e volentieri nel mondo, di superare la ritrosia di giudici e amministrazioni e forze dell’ordine, sul poker sia live che online.

A New York, però, non sono così ottimisti. Anche se è probabile si ricorra ancora in appello, l'ultima sentenza della corte potrebbe essere mortale per la legislazione sul poker online che si sta facendo strada attraverso la legislatura.
Non a caso il Bill S18A presentato in Senato, che legalizzerebbe il poker online nello stato di New York, giustifica la regolamentazione del gioco in base al suo status di gioco di abilità, citando anche specificamente il caso del 2012 di US contro DiCristina in cui il giudice Weinstein ha stabilito che ai sensi della legge federale il poker è prevalentemente un gioco di abilità.
Ottimista, comunque, il senatore Joseph Addabbo Jr, sponsor del Bill S18A e dell'S17 che legalizzerebbe anche le scommesse sportive online. Addabbo ritiene che la sentenza DFS "non abbia alcuna attinenza con la legalità dell'avanzamento del mobile betting nello stato di New York". Se lo dice il senatore…

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