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Poker live, meglio la prudenza italiana o la 'fretta' estera? Il punto di Mattioni

21 maggio 2020 - 13:22

Poker live e riaperture, è meglio la prudenza italiana o la 'fretta' e la decisione di alcune case da gioco estere di aprire? Il punto di Mattioni.

Scritto da Redazione Poker

A fronte di una situazione italiana che vede, in questi giorni, le prime riaperture su scala nazionale di quasi l'interezza delle attività commerciali, resta ancora assai fumoso il futuro delle sale da gioco e dei casinò. A fare da contraltare a tutta questa incertezza, abbiamo le evidenze di altre nazioni che, in ambito gaming, sono già operative dalla settimana scorsa.

La domanda è: troppo prudenti le case da gioco italiane o follia pura all'estero?

In questi giorni avevamo parlato delle riaperture del noto King's a Rozvadov e nella nuova sede presso l'Hilton di Praganonchè addirittura la ripresa di tornei presso il Casinò Imperator di Dolní Dvořiště.

In entrambi i casi, la nostra "fonte" è stata Paolo Giulio Mattioni, ex giocatore e residente in Repubblica Ceca da una decade. Viste le differenze di approccio tra l'Italia e altre realtà, abbiamo approfondito proprio questa sensazione.

GN: Perché questi diversi atteggiamenti verso la ripresa del gioco? Siete "impazziti" in Repubblica Ceca o siamo troppo prudenti noi in Italia?

PGM: L'unica grossa distinzione tra le due nazioni è la percezione che c'è stata del contagio. Il numero di contagi e di morti con/per coronavirus è un numero assolutamente piccolo. Abbiamo avuto anche qui lock-down e chiusure generalizzate, ma tendenzialmente il tutto è stato vissuto in forma assai più leggera rispetto a quanto successo in Italia. E questo è un discorso che vale anche per altre nazioni che sono state solo sfiorate dalla malattia con conseguenze risibili se non statisticamente irrilevanti.

GN: Quindi in Repubblica Ceca si sta giocando?

PGM: Certo! Dall'11 maggio scorso i vari casinò sul territorio nazionale hanno potuto di nuovo offrire accesso alle proprie sale; per quanto riguarda il mondo del poker, da quella data si può giocare in pratica ovunque a cash-game e in qualche casinò minore addirittura già offrono tornei.

GN: Quali sono i limiti o le precauzioni adottate?

PGM: In linea di massima, niente di trascendentale. Mascherine, ovvio, ma generalmente niente di più per i clienti. Il personale, a seconda del posto preso in esame, solitamente prevede anche l'utilizzo di guanti e di protezioni facciali in plastica trasparente, ma non ovunque. Resta l'obbligo per le sale di provvedere alla sanificazione di ogni postazione di gioco all'alzarsi del cliente (slot o tavolo da gioco che sia). Altro limite è il consumo di cibo: per ora niente buffet o cibo ai tavoli. Se vuoi consumare, devi uscire dal casinò; questa limitazione vale per 15 giorni, passati i quali tornerà il regolare servizio ai tavoli e riapriranno anche i ristoranti interni ai casinò.

Per quanto riguarda la presenza ai tavoli, 8 max per il cash-game e 6 max nei tornei al Casinò Imperator, senza artifizi particolari che si sono visti in report fotografici da oltreoceano con "edifici" di plexiglass a mò di divisori e altre assurdità del genere.

GN: Nella tua esperienza di questi giorni, ritieni che si sia "esagerato" in Italia e si stia "esagerando" nel procrastinare le riaperture?

PGM: Come spiegavo prima, è tutta una questione di percezione del pericolo determinato dagli effettivi danni causati dal virus. Se poi volessimo essere precisi, anche in Italia non tutte le regioni lungo 1.500 km di estensione del Belpaese hanno avuto lo stesso impatto a livello di contagio e decessi. Io sono originario del Friuli Venezia Giulia e ti posso dire, ovviamente esagerando, che il virus lo abbiamo visto più in TV che nella realtà quotidiana. Il "grosso" di questa problematica in Italia è da ascriversi alla Lombardia; ho personalmente sempre trovato assai scorretto far passare il concetto che quanto succedesse in quelle zone fosse perfettamente sovrapponibile in tutta l'interezza della nazione. E l'evidenza dei numeri mi dà ragione.

Tornando al discorso del mondo del gioco, il concetto appena espresso è la base per la quale non credo si possa considerare follia la riapertura del gioco in nazioni nelle quali il virus non è stato così impattante.

GN: Da anni tu collabori a livello di promozione anche per gli eventi al Casinò Perla di Nova Gorica; com'è lì la situazione?

PGM: Giusto la scorsa settimana (16 maggio) ed in ragione dei numeri espressi sul territorio, la Slovenia ha dichiarato in forma ufficiale la fine dell'emergenza sanitaria nei propri confini. E' ragionevole pensare che il casinò possa riaprire nel giro di un mese o giù di lì. Non c'è nulla ancora di ufficiale in merito, ma, in concomitanza con le varie riaperture dei confini nazionali in ambito UE e la conseguente possibilità di accesso di clienti dall'estero, le tempistiche non dovrebbero essere poi tanto lunghe. La Slovenia è una esatta replica dei concetti prima esposti per quanto riguarda nazioni con percezioni e realtà numeriche assai lontane da quelle italiane. In ragione di questo è lecito attendersi dei comportamenti più permissivi, ma sempre con un'alta attenzione in caso di aumento di problematiche sanitarie.

GN: Ritieni che quindi, alla ormai prossima riapertura dei confini italiani, sia "sicuro" andare all'estero a giocare?

PGM: Lungi da me l'idea di dare patenti di "sicurezza" a questo o quel comportamento o a quel luogo! Faccio notare comunque che il virus è sempre in giro, nessuno lo nega, ma al contempo si ricordi che tale virus era già diffuso da inizio anno anche prima della data del lock-down e qualche studio lo riporta addirittura all'ultimo trimestre del 2019. In quel periodo si giocava sereni ovunque e non mi ricordo body-count nelle hall dei vari casinò. Se l'unica differenza tra ieri ed oggi è il rispetto di quelle poche regole (mascherine e distanze) che ci vengono oggi imposte, allora non vedo perchè uno, per propria scelta e assumendosene i rischi, non possa decidere di andare a farsi il suo torneo o la sua partita cash-game. Concettualmente vedo assembramenti e rischi ben maggiori nelle file ai supermercati e sono proprio curioso di vedere cosa succederà nei bar e nella ristorazione. Sempre personalmente, vedo una certa esagerazione nel livello di ansia che questa pandemia ha prodotto nello specifico dell'Italia. Al netto dei numeri inferiori di persone ospitate in terapia intensiva, la cosiddetta Fase 2 mi sembra semplicemente una Fase 1 con l'aggiunta di mascherine e distanze e poco altro; il virus invece non è sparito e ancora non ci sono cure preventive. Ritengo che, se uno reputa adeguate queste prevenzioni per andare al bar o comunque liberamente girare, possa ritenersi relativamente a posto anche all'interno di una sala da gioco adeguatamente attrezzata. Chiaro che chi temesse per sé e per i propri cari e preferisse continuare a stare in casa nell'attesa di una cura, fa altrettanto bene: scelta lecitissima.

GN: Come vedi le prossime riaperture?
PGM: In Repubblica Ceca le riaperture delle case da gioco sono state accolte con favore e con ottimo riscontro numerico a livello di presenze; non parlo di assalti o code agli ingressi, ma di una certa voglia di ritorno alla normalità anche in queste cose. Ho peraltro evidenze anche di casinò statunitensi (Tulsa, nello specifico) che, alla riapertura con una capienza limitata a 1.250 ingressi (circa un quarto del solito), ha visto tale limite raggiunto nel giro delle prime ore di riapertura. Credo che anche in Italia ci sia una gran "fame" di gioco e non solo per il discorso ludico, ma anche per la componente sociale. C'è voglia di rincontrarsi, rivedersi e magari fare anche le solite litigate ai tavoli. Probabile che agli inizi si lascerà "andare avanti" qualche pioniere, ma poi, pian piano, si tornerà di nuovo nelle varie sale da gioco come prima. Magari ci sarà qualche limitazione in più (mascherine, tavoli short-handed, etc.), ma voglio essere ottimista e pensare che tali limitazioni verranno metabolizzate in fretta e che ci potremmo di nuovo sfidare ai tavoli.

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