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Lindsey Graham: la corsa al Senato della repubblicana anti-poker

17 ottobre 2020 - 07:53

La senatrice americana emblema dell'avversione politica nei confronti del poker online si presenta nuovamente alle elezioni.

Scritto da Vincenzo Giacometti

Il suo nome, negli Stati Uniti, è piuttosto conosciuto. Soprattutto tra i giocatori di poker, a causa della legislazione "anti-poker" che aveva proposto e sostenuto in Senato negli anni precedenti. Stiamo parlando di Lindsey Graham, repubblicana di ferro, già eletta all'alta Camera americana dalla Carolina del Sud, nel 2003 - di cui avevamo già parlato nei giorni scorsi -, che in questi giorni è alle prese con una combattutissima corsa al Senato contro il democratico Jaime Harrison che si concluderà il 3 novembre, ma anche per le udienze di conferma per la nominata alla Corte Suprema del presidente Donald Trump. 

Graham si è sempre schierata contro il gioco online, fino ad arrivare a sponsorizzare un disegno di legge volto a "proibire ogni forma di gioco d'azzardo su Internet". Anche se nel 2011, il Dipartimento di Giustizia ha reinterpretato il Federal Wire Act (1961), consentendo così agli stati di istituire lotterie online, oltre a legalizzare i giochi da casinò online. Portanto stati come: Nevada, Delaware e New Jersey a legalizzare il gioco d'azzardo online, nonostante l'opposizione della senatrice, che continuava a sostenere che questa decisione fosse "semplicemente sbagliata".
"A causa della decisione dell'amministrazione Obama", ha detto Graham, "praticamente qualsiasi telefono cellulare o computer può tornare a diventare una macchina da video poker".


UNA BATTAGLIA CONTINUA - Nel 2014, Graham insieme al rappresentante Jason Chaffetz, ha introdotto il Restore America’s Wire Act (Rawa) alla Camera e al Senato degli Stati Uniti. Lo scopo del disegno di legge era: "Ripristinare la politica degli Stati Uniti di lunga data secondo cui il Wire Act proibisce tutte le forme di gioco d'azzardo su Internet e per altri scopi". 

Fortunatamente per i giocatori di poker e tutti i giocatori, questo disegno di legge finì successivamente morto e sepolto durante i passaggi in commissione. Ma Graham non si è fermata lì, cercando di convincere vari procuratori generali a bandire il poker online. Ma non è ancora tutto. Sì, perché nel 2014 ha chiesto alla candidata Loretta Lynch se era d'accordo con la reinterpretazione del 2011 del Wire Act e nel 2017 ha chiesto al nuovo candidato Jeff Sessions durante le sue udienze di conferma cosa ne pensasse sulla stessa materia. Nel 2018, dopo le dimissioni di Sessions per ragioni legate a un conflitto di interesse, William Barr è diventato il nuovo procuratore generale. 
Intanto, negli stessi anni, si è parlato molto dell'interesse acquisito che Sheldon Adelson potrebbe avere o meno nel continuo divieto del gioco d'azzardo online negli Stati Uniti. Avendo definito il poker su Internet "una minaccia per la nostra società - una tossina a cui tutte le brave persone dovrebbero resistere", ed è stato sprezzante nei confronti del gioco d'azzardo online, definendolo "oro degli sciocchi". Il magnate del casinò e difensore del gioco d'azzardo online ha sostenuto il disegno di legge del 2014 presentato da Graham e Chaffetz, e Graham si è fatto beffe dell'idea di essere stata coinvolta nella questione dopo aver chiesto ulteriori contributi da Adelson.
"Il fatto che Sheldon sia a bordo è una buona cosa", spiegava Graham all'epoca, "Ma lo sto facendo perché questo è quello che sento di dover fare". Tuttavia, sono state sollevate domande con uno dei lobbisti di Adelson anche elencato come autore nella bozza del disegno di legge. Non sorprende dunque che la Coalizione sostenuta da Adelson per fermare il gioco d'azzardo su Internet abbia accolto con favore l'introduzione del disegno di legge. “Sosteniamo e applaudiamo tutti gli sforzi per ripristinare l'interpretazione di vecchia data che il Wire Act proibisce il gioco d'azzardo su Internet. È buon senso che mettere un casinò virtuale nelle tasche di ogni americano con un telefono sia una cattiva politica pubblica ". Adelson aveva già donato 15.600 alla campagna di Graham nel 2013 e ha ospitato una raccolta fondi per Graham a Las Vegas nell'aprile 2014. Adelson continua ad essere uno dei "megadonor" più ricercati a destra, impegnandosi vicino a 200 milioni di dollari per la rielezione di Trump del 2020.
Anche per questo, tra i sostenitori del poker online, si ripresenta oggi lo spauracchio di un passo indietro sulla regolamentazione del settore, sulla base dei risultati elettorali delle prossime settimane.

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