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In 10 anni il poker online Usa potrebbe essere regolamentato e 'liquido'

09 dicembre 2020 - 10:10

Il poker online potrebbe essere regolamentato in tutti gli Stati Uniti nel giro di 10 anni con la liquidità condivisa tra tutti i paesi regolati. 

Scritto da Cesare Antonini

"Penso che vedremo il poker vivere un periodo di grande splendore. Nel giro di una decina di anni tutti i Paesi rivendicheranno la loro posizione in quel verticale di gioco e che potrà chiudersi il cerchio sulla liquidità condivisa in tutti gli Stati Uniti”. E’ la visione e la pre-visione di Adam Greenblatt., ceo di BetMGM intervenuto a Betting On Sports America, evento organizzato da Sbc in versione digital. Al centro le scommesse e la loro regolamentazione ma, proprio con Greenlabat che ha risposto ad una domanda sulla traiettoria dei 10 anni del mercato del gioco online negli States, ha indirizzato la discussione verso il poker online. BetMGM offre poker online nel New Jersey insieme a partypoker grazie ad una partnership col Borgata Casino di Atlantic City e ha grandi progetti su questo gioco in grado di riprendersi il ruolo da protagonista che merita e, soprattutto, in maniera legale. E gli Stati Uniti possono riprendersi la leadership mondiale che continuano ad avere come volume di gioco sia dal vivo che online sui siti dot com.

BetMGM è interessata allo sviluppo del verticale visto che ha in progetto il lancio dei giochi sia in Michigan che in Pennsylvania.

Finora sono solo sei gli Stati che hanno adottato una regolamentazione del poker online rispetto ai quindici che hanno sbloccato il betting. La notizia è anche l’Indiana potrebbe prendere in considerazione una regolamentazione e il Michigan potrebbe anche farcela nel 2020 ma riprenderà comunque nel 2021.

Buone notizie? Sicuramente sì se tutto si sbloccherà ma se si fanno due conti il processo di legalizzazione potrebbe finire nel 2030 dopo il Black Friday dell’aprile del 2011: venti anni, giorno più giorno meno, per ottenere il gioco legale dopo la chiusura del mercato “grigio”. Insomma, se a livello federale si prendessero decisioni responsabili senza entrare e uscire da una corte all’altra, forse si sarebbe protetto il field dei players Usa e ci sarebbe stato un ritorno importante per le casse dell’erario.

Ma la strada è davvero lunga e lastricata di complicazioni. Se si pensa solo al caso di PokerStars che ha “guastato” la regolamentazione in uno dei mercati potenzialmente più importanti, la California, dopo i problemi avuti proprio con il Black Friday, le cose potrebbero avere ancora altri problemi. L’unico vantaggio potrebbe essere che ormai PokerStars è di proprietà di Flutter Entertainment che possiede anche FanDuel e che opera già negli Stati Uniti con i Dfs e il betting. Potrebbe essere un vantaggio? Si spera.

Insomma il ritmo di espansione del poker online è stato incredibilmente lento, con alcuni giocatori che hanno approfittato delle piattaforme regolamentate nel piccolo gruppo di stati che lo hanno fatto e molti altri americani che utilizzano piattaforme offshore e non regolamentate. Nessuno di questi ha raggiunto i numeri delle piattaforme che facevano affari con i players Usa.
Processo lento sì, ma Greenblatt e BetMGM sono ottimisti sul fatto che la proliferazione delle scommesse sportive online si rivelerà decisiva affinché il poker possa finalmente tornare in auge. È una scelta naturale per gli stati con scommesse sportive mobili.

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