“Più informazioni abbiamo per decidere e meglio è. Il vero problema è che spostare un evento che dura 8 settimane e incastrarlo tra gli impegni del Rio Convention Center è davvero molto complesso”. Il board delle World Series of Poker è al lavoro costante per cercare di capire se, come e quando lanciare la 51esima edizione dei campionati del mondo a Las Vegas. Niente polemiche, così come è stato per le Olimpiadi di Tokyo, ovviamente in “scala” se parliamo di problemi organizzativi ed economici, i problemi sono tantissimi e ci sono molti lavoratori che rischiano di non poter incassare per i loro sforzi. Concordiamo col direttore della comunicazione Wsop, Seth Palanski, che “il poker non è la priorità in questo momento”. Ma è anche vero che tutti hanno subìto danni dal coronavirus. E che piaccia o no, anche gli stakeholders del gioco e del poker rischiano di rimanere senza un dollaro nelle tasche. Per questo si sta cercando di prendere una decisione che limiti i danni e che si arrivi al limite per poi non ritrovarsi a rimpiangere qualsiasi tipo di decisione affrettata".
La crisi in Usa sembra inarrestabile e le problematiche legate alla gestione sanitaria del Paese a stelle e strisce rischia di innescare una vera e propria bomba sociale. Ma come stanno davvero le cose? "La salute e la sicurezza di tutti sono fondamentali nel processo decisionale, ma oggi non è possibile decidere nulla. È importante capire che questo evento ha una durata di otto settimane da quando prendiamo il controllo dello spazio (il centro congressi Rio All Suites Hotel e Casino), fino a quando non lo restituiamo - ha spiegato a Poker News Daily Palanski - non c'è modo per noi di prendere e spostare questo evento e trovare un buco di otto settimane nel calendario del centro congressi. Forse aspettando, altre convention potrebbero annullare o posticipare i loro eventi e forse si aprirà una finestra che sarà sufficiente”.
Ma c’è il rischio anche che non ci saranno queste aperture: “Da una parte sarebbe un buon segno che la vita sta tornando alla normalità per tutti", ha detto Palansky. “Ma niente di tutto questo è importante oggi. Tutti quelli che fanno la loro parte a distanza fisica e aiutano i nostri lavoratori in prima linea durante questa pandemia dovrebbero essere al centro dell'attenzione ”.
Palanski rassicura tutti quelli che pensando a qualche decisione sconsiderata: “Il poker è in fondo alla lista delle priorità per tutti in questo momento, incluso noi. State tranquilli, le Wsop prenderanno la decisione giusta. Ma arrivando a quella decisione, è utile usare il tempo che abbiamo continuando a raccogliere informazioni e utilizzarle in modo efficace. Se non riusciamo a ospitare un evento come negli ultimi 50 anni a Las Vegas, dove tutti possono partecipare in sicurezza e senza rischi indebiti, non lo faremo. Piuttosto ci affideremo sugli esperti di salute e sul nostro governo e leader normativi nel prendere la nostra decisione e seguire le loro linee guida”.
Come premesso, una decisione sulle Wsop non è poi così secondaria rispetto ai problemi generali scatenati dal coronavirus: “Non potete immaginare quanto sia devastante vedere tutti i casinò di proprietà chiusi. Per questo una decisione sulle Wsop non è attesa solo dai players ma soprattutto da chi vive di poker, i tantissimi lavoratori delle World Series e di tutti i casinò di Las Vegas”.