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Palanski (Wsop): 'Prenderemo la decisione giusta ma quando avremo tutti gli elementi per farlo'

03 aprile 2020 - 09:29

Seth Palanski, direttore della comunicazione delle World Series of Poker, aggiorna sulla decisione di rinvio dell'evento che dovrebbe partire il 27 maggio. 

Scritto da Cesare Antonini

“Più informazioni abbiamo per decidere e meglio è. Il vero problema è che spostare un evento che dura 8 settimane e incastrarlo tra gli impegni del Rio Convention Center è davvero molto complesso”. Il board delle World Series of Poker è al lavoro costante per cercare di capire se, come e quando lanciare la 51esima edizione dei campionati del mondo a Las Vegas. Niente polemiche, così come è stato per le Olimpiadi di Tokyo, ovviamente in “scala” se parliamo di problemi organizzativi ed economici, i problemi sono tantissimi e ci sono molti lavoratori che rischiano di non poter incassare per i loro sforzi. Concordiamo col direttore della comunicazione Wsop, Seth Palanski, che “il poker non è la priorità in questo momento”. Ma è anche vero che tutti hanno subìto danni dal coronavirus. E che piaccia o no, anche gli stakeholders del gioco e del poker rischiano di rimanere senza un dollaro nelle tasche. Per questo si sta cercando di prendere una decisione che limiti i danni e che si arrivi al limite per poi non ritrovarsi a rimpiangere qualsiasi tipo di decisione affrettata".

La crisi in Usa sembra inarrestabile e le problematiche legate alla gestione sanitaria del Paese a stelle e strisce rischia di innescare una vera e propria bomba sociale. Ma come stanno davvero le cose? "La salute e la sicurezza di tutti sono fondamentali nel processo decisionale, ma oggi non è possibile decidere nulla.  È importante capire che questo evento ha una durata di otto settimane da quando prendiamo il controllo dello spazio (il centro congressi Rio All Suites Hotel e Casino), fino a quando non lo restituiamo - ha spiegato a Poker News Daily Palanski - non c'è modo per noi di prendere e spostare questo evento e trovare un buco di otto settimane nel calendario del centro congressi. Forse aspettando, altre convention potrebbero annullare o posticipare i loro eventi e forse si aprirà una finestra che sarà sufficiente”.

Ma c’è il rischio anche che non ci saranno queste aperture: “Da una parte sarebbe un buon segno che la vita sta tornando alla normalità per tutti", ha detto Palansky. “Ma niente di tutto questo è importante oggi. Tutti quelli che fanno la loro parte a distanza fisica e aiutano i nostri lavoratori in prima linea durante questa pandemia dovrebbero essere al centro dell'attenzione ”.

Palanski rassicura tutti quelli che pensando a qualche decisione sconsiderata: “Il poker è in fondo alla lista delle priorità per tutti in questo momento, incluso noi. State tranquilli, le Wsop prenderanno la decisione giusta. Ma arrivando a quella decisione, è utile usare il tempo che abbiamo continuando a raccogliere informazioni e utilizzarle in modo efficace. Se non riusciamo a ospitare un evento come negli ultimi 50 anni a Las Vegas, dove tutti possono partecipare in sicurezza e senza rischi indebiti, non lo faremo. Piuttosto ci affideremo sugli esperti di salute e sul nostro governo e leader normativi nel prendere la nostra decisione e seguire le loro linee guida”.

Palanski risponde anche ad una domanda posta sempre da Poker News Daily sulla base di un nostro pezzo che riportava dichiarazioni di Leon Tsoukernik riprese dalla stampa tedesca: “Le Wsop Europe a ottobre? Non so nulla ma credo che Leon sappia qualcosa in più. Ovviamente, nessuno può programmare nuovi eventi dal vivo con questa incertezza all'orizzonte, quindi non faremo annunci fino a quando gli scenari non saranno chiari. Per ora anche le Wsop Europe sono in programma visto che erano già state schedulate da tempo”.
Come premesso, una decisione sulle Wsop non è poi così secondaria rispetto ai problemi generali scatenati dal coronavirus: “Non potete immaginare quanto sia devastante vedere tutti i casinò di proprietà chiusi. Per questo una decisione sulle Wsop non è attesa solo dai players ma soprattutto da chi vive di poker, i tantissimi lavoratori delle World Series e di tutti i casinò di Las Vegas”.

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