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Carlo Savinelli 'face up': 'A poker vince chi fa la vita che desiderava'

02 marzo 2017 - 16:26

Carlo Savinelli a ruota libera sul mondo del poker e sul nuovo anno appena iniziato tra live e online. 

Scritto da Ca
Carlo Savinelli 'face up': 'A poker vince chi fa la vita che desiderava'

Usiamo le conclusioni di Carlo Savinelli, poker player professionista campano ormai trapiantato a Como, per la premessa di queste righe che vogliono riportare l'analisi del 'Sindaco di Maddaloni'. A ruota libera, 'face up', cioè senza schermi e senza maschere, Savinelli cerca di dire le cose in faccia ai suoi amici/avversari/colleghi pokeristi. Tesi condivisibili, per larga parte, ma che, inevitabilmente, hanno scatenato un 'flame' sui social.


"Ero un pò che non scrivevo di poker, probabilmente perchè il mondo del poker mi aveva un pochino nauseato - dice Savinelli - troppe delusioni , troppi scam , poche motivazioni , problemini fisici che avevano ridotto drasticamente le mie ore al tavolo e mi avevano fatto propendere per altre strade, un calderone di cose diciamo così.
Una delle poche cose positive rimaste sono i giocatori amatoriali che ancora riescono a strapparti una risata al tavolo perchè alla fine questo rimane un gioco, non meritocratico di breve periodo, crudele , stressante , se ti avvicini da professionista , ma rimane un gioco per tanti che si avvicinano per hobby o divertimento".
Ma Carlo parte dal "vero punto della questione 2017, che il mondo del poker passa per tre domande".
Eccole:
  • Io VIVO DI poker o SOPRAVVIVO NEL mondo del poker ?
  • In questo momento storico conviene giocare Live oppure Online ?
  • Come si misura il “ punteggio “ nel mondo del poker ?
  • Parto da dei dati che ritengo validi in base alle mie esperienze.
E le risposte:
  • Non puoi essere un pro di soli tornei live.
  • Giocare cash game live rende mediamente di più rispetto a giocare Cash/mtt online con circa 1/3 dello studio.
  • Sul .it circa il 3% dei giocatori sono vincenti mtt , il 95% di questo 3% non supera i 35k annui.
  • Il 99% dei reg o fa sessioni in conferenza con X Y Z persone negando ovviamente uno scambio di informazioni (fantalol), o fa Multiaccounts. Per come la vedo io il 'punto it' è un mare di merda.
 
Come detto, un Savinelli senza filtri sullo scam: "Ogni tanto qualcuno viene fuori sbroccando sempre sulle stesse problematiche ma nessuno fa un nome nonostante questo gli costi dei soldi in meno a fine anno, probabilmente (pensiero mio) perchè il 99% ha qualcosa da nascondere, altrimenti non riesco a trovare altre motivazioni".
Argomento skills? "Credo sia quello più divertente, in pratica si sentono tutti forti e preparati nonostante le loro vincite annue siano pari mediamente al mio spending in food and beverage. Tutti haterano tutti, o meglio si haterano tra crew per giustificare la loro mancanza di studio o di intelligenza perchè magari studiano ma non ci arrivano. Alcuni effettivamente bravi e di un altra categoria hanno sharato accounts e studiato in gruppo il gioco di alcuni avversari per poi sattarli e dividersi le vincite".
Poi il passaggio chiave, dal poker online al live: "Le motivazioni appena elencate basterebbero per chi ha un casinò vicino casa e non supera un tot annuo per scegliere di giocare live dove un reg normodotato giocando 5 di 7, con 1/3 dello studio che serve per battere una 50/1 online , non può fare meno di 40k annui ad una 2/5 NLH.
Anche se a dirla tutta con questi dati che vi do per certi, gioco live da 10 anni , da 5 tutto quello che parte fino alla 25/50 , si potrebbe pensare di trasferirsi vicino ad un casinò ( Clichy Parigi - Rozvadov - Campione d'Italia - Viage Bruxelles - Londra - Las Vegas) per fare qualche esempio".
Mediocrità e valutazione errata della realtà in cui viviamo, un altro capitolo del 'Savinelli-pensiero': "Addirittura c’è ancora nel 2017 chi dà la colpa ad account 'finti' per giustificare la propria incompetenza o frustrazione o eterna sfiga, cosa abbastanza ridicola. Studiate di più o millateci. Ho sentito e letto tante volte “meglio che andare in fabbrica” “meglio di un lavoro d’ufficio” e invece è quello il punto. Per quelle cifre meglio andare in fabbrica o lavorare in ufficio perchè con il passare del tempo sarai sempre più alienato dalla vita reale ed è più probabile che l’anno successivo tu faccia meno del precedente ed in più sarai più vecchio e quindi vali mediamente di meno nel mondo del lavoro.
Io sono quasi 10 anni che gioco, circa 5 da professionista dopo aver abbandonato la carriera accademica e il poker come semi-professionista. Se solo dovessi pensare di giocare per quelle cifre con una qualità della vita cosi bassa e senza prospettive future mi verrebbe da abbracciarmi il Pc e buttarmi nel lago. La maggior parte di questi ventenni/trentenni sta gareggiando le olimpiadi del fallimento ed hanno buone possibilità di vincere la medaglia d’oro perché in 5 anni rischiano davvero che il mondo gli cada addosso.
Io vi consiglierei di trovarvi un lavoro ( anche se sotto sotto spero che non smettiate mai di giocare) con prospettive future, un paracadute , che magari con quelle cifre vi sentite vincenti nella vita, ma siete belli lontani dalla realtà. Perchè non state VIVENDO CON il poker ma state SOPRAVVIVENDO NEL mondo del poker".
E' proprio questo il punto che Savinelli centra in pieno: come capire se ci si sta realizzando con il poker o, comunque per capire se quella è la strada corretta? "Il “punteggio” a questo gioco si manifesta con la vita che ti fa vivere il poker, se vivi come hai sempre desiderato puoi pure togliere i grafici con le vincite da mezzo, o Hendon mob , quelli servono solo per l’ego. Ce l’hai fatta solo se vivi la vita che hai sempre desiderato o almeno ti avvicini , il resto è sopravvivere e vi vedo in parecchi lì fuori, ma tanto che vi frega alla fine per voi è più importante il fallimento altrui che il vostro successo. Forse sono stato troppo duro o materiale, ma non mi interessa più avere tanti amici in questo mondo". Può bastare?

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