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Il Fisco spagnolo mette 'in croce' anche Jesus Cortés: ecco perché lui e Kostic sono spacciati

14 settembre 2017 - 12:07

Non solo Dragan Kostic, il Fisco spagnolo mette 'in croce' anche Jesus Cortés: ecco perché i due sono spacciati.

Scritto da Cesare Antonini

Mentre Dragan Kostic è stato condannato anche al secondo grado, spunta anche un altro caso di un poker player martoriato dal Fisco spagnolo: si chiama Jesus Cortés ed è nato a Saragozza nel 1988 e a soli 22 anni centrò un satellite per l'Ept di Barcellona trasformando i 5.200 euro in ben 525mila euro grazie al secondo posto. Come è stato per Kostic, anche Cortés non ha dichiarato nulla al Fisco. Davanti alle telecamere il players dichiarò qualcosa che poi è stato usato contro di lui: "Trovo difficile vedere il poker come un hobby e basta, è un lavoro vero e proprio ed è la mia principale fonte d'entrata".

 

Poi quei soldi li ha lasciati in deposito al casinò di Barcellona per ben sei mesi per poi ritirarli di persona. Il Fisco nel 2014 ha avviato un'indagine e lo ha denunciato per reato fiscale. Secondo il ministero delle Finanze Cortés aveva evaso 218.123.45 euro al Fisco e ha chiesto due anni di carcere e una sanzione di 440mila euro. Alla fine la pena è stata confermata ad un anno di carcere e a pagare 436.246 euro dopo la ratifica della condanna dal parte della Corte Provinciale di Saragozza. Ribaltate le tesi della difesa: "Quella frammentazione del premio (le quote probabilmente, ndr) che l'appellannte affermava è assolutamente incredibile perché l'accusato ha commesso due contraddizioni grossolane". E continua: "Come riportato dal Gran Casino di Barcellona per sei mesi il premio è stato depositato per intero nel deposito della casa da gioco e questo rende assolutamente incredibile che la somma sia stata venduta a diversi investitori, i quotisti avrebbero voluto immediatamente riscuotere i vantaggi del loro investimento". Cortés si è dichiarato insolvente e il caso è in sospeso per vedere se spedirlo o no in gattabuia.
 
Rimane il fatto che la legge spagnola non è così chiara. Alcune vincite sono tassate e alcune no e il criterio rimane quello della "pubblicità" e della fonte di notizia di reato che continua ad essere assai fallace. In pratica se per premi come l'Ept il Fisco può trovare notizia su riviste, portali e siti di ranking, per alcune vincite, vedi il cash game, o circuiti che non rendono noti i loro premi, non esisterà mai nessun problema. Ad esempio il casinò di Palma di Maiorca trattiene una parte dei premi proprio per motivi fiscali e in questo caso, se non c'è pubblicità degli importi, il Fisco non potrà mai pretendere di farsi pagare le cartelle esattoriali.
 
Tornando anche sul caso di Kostic e in attesa di alcuni chiarimenti diretti che potremmo ottenere nei prossimi giorni, i due players potrebbero avere davvero poche speranze di cavarsela con gli avvocati. Potrà essere sbagliata la legge spagnola che fino al 2012 riscuoteva soldi anche dai pokeristi online e per giunta in maniera lorda, cioè senza detrarre i costi di iscrizione. Se tutto era tracciato come mai non venivano tassate le vincite al netto dei costi di buy in? Poi in questo caso le cose sono migliorate e si possono detrarre le spese. E la figura del professional poker player seppur non sia proprio riconosciuta, impone ai player di dichiarare i soldi vinti, anche quelli che probabilmente non appariranno da nessuna parte. Il Fisco spagnolo non scherza e le pene sono asprissime.
Per Kostic e Cortes non saranno utili neanche le sentenze ottenute dall'Italia. Per i motivi di cui sopra e perchè le vincite sono arrivate proprio in Spagna!
 

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