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Simone Ricci: 'Lascio Las Vegas, Caesars e le Wsop dopo sei anni di emozioni e successi indimenticabili'

18 luglio 2019 - 12:14

Simone Ricci lascia il ruolo di direttore degli eventi e delle sponsorizzazioni Caesars entertainment e Wsop e torna in Italia. 

Scritto da Cesare Antonini

“Sei anni belli, intensi, veloci, interessanti, avvincenti e affascinanti che mi hanno lasciato dentro un segno profondo. Quando sono partito dall’Italia c’era un po’ di paura dell’avventura in un nuovo paese con la famiglia, ma stavolta è totalmente differente, lascio la mia Las Vegas perché comunque davanti a tutto ci sono le esigenze della mia famiglia che vuole tornare a crescere e vivere in Italia. Ma sono subito pronto per altre sfide”. Non solo le lacrime di Dario Sammartino al termine del tavolo finale del main event delle World Series of Poker: sono cadute anche quelle di Simone Ricci, ormai ex Director event and sponsorship di Caesars Entertainment e del board organizzativo delle Wsop. Torna in Italia dopo sei anni di vita nella Sin City, nella capitale mondiale del gioco e del poker. Esclusivamente per motivi familiari, come precisa lui stesso a Gioconewspoker.it. “Ieri (martedì ndr), è stato un giorno tremendo per me. Ogni cosa pensavo era l’ultima che facevo alle World Series. Non dico che ho pianto tutto il giorno ma quasi. Specie quando eravamo in ufficio con Ty (Stewart, direttore esecutivo delle Wsop, ndr) e Gregory (Chochon, collega francese di Ricci, ndr) gli ha detto che era l’ultimo mio giorno in ufficio e lui ha risposto ‘non me lo ricordare per favore’. Ci siamo abbracciati e ho pianto. Ma è stato emozionante in generale vedendo gli sguardi e ascoltando le parole di Ty, Jack Effel, della tv production: ho capito che, da straniero a Las Vegas, sono riuscito a lasciare un segno positivo”.

Sei anni nell’organizzazione delle World Series, dati e fatti parlano chiaro: “Ho fatto parte della storia di questo brand in questi anni e centrato risultati incredibili - analizza Ricci - la prima volta ho assegnato 10 milioni di dollari al primo, Martin Jacobson che divenne campione del mondo, quest’anno li abbiamo dati al tedesco Ensan. Ho vissuto due italiani al final table, due amici come Federico Butteroni e Dario Sammartino col quale ci siamo abbracciati prima delle sfide finali e ci siamo scambiati le emozioni. Sarebbe stato bello che avesse vinto il titolo ma è comunque il risultato più grande di sempre per l’Italia al main Wsop ed è stato bellissimo. Ma in questi anni ho visto crescere con grande soddisfazione il brand a livello internazionale”.

E proprio a livello internazionale, col Wsop Circuit, ad esempio, Ricci ha lavorato tantissimo in questo senso: “Per la prima volta abbiamo portato il Circuit in Italia ed è stata un’esperienza meravigliosa - prosegue il manager Caesars - credo di aver accelerato e reso molto più facile l’arrivo di questo brand al Casinò di Campione d’Italia dove abbiamo registrato grandissimi risultati ed è una grande soddisfazione. Come mi stuzzica mia moglie, non salverò vite umane ma professionalmente sono state soddisfazioni uniche”. E anche per Gioconewspoker collaborare come media partner e fare da collante tra Italia e Las Vegas è stato un onore.

Tutte soddisfazioni che forse, nella negatività dell’addio, vengono confermate proprio dal fatto che si lascia un posto del genere? “Mi sono costruito un ruolo e un personaggio e in questi giorni mi sono reso ancora di più conto di aver fatto bene. Sì, forse quando lasci qualcosa indietro ti rendi conto davvero di quanto ha contato per te - spiega Ricci - ma anche a livello personale. Gli abbracci con Dario, Ty, con tutti gli amici di Las Vegas, Flaminio Malaguti mi ha accompagnato all’aeroporto. Ed essere stato il punto di riferimento degli italiani alle Wsop è stato magnifico”.

E ora? Wsop 2020? Panico per tutti? “Sicuramente ci sarà un vuoto e la mia assenza creerà qualche scompiglio, sempre senza pretendere di salvare vite umane - scherza Ricci - ma non verrà reintegrato nessuno al posto mio e probabilmente le mie mansioni verranno divise in tre manager. Il mio lavoro era tanto e dovranno riorganizzarsi”.

Mentre parliamo con Ricci lo sguardo si perde verso la Strip dall’alto della vista del Rio Casino. Quanti ricordi ma, come detto, la famiglia prima di tutto: “Penso che è l’ultima volta che la guardo, la Strip e Las Vegas, la mia seconda città. Ho tantissimi ricordi, due miei bambini sono nati qua, Lorenzo e Tommaso, e Edoardo era ormai punto di riferimento nella squadra di calcio giovanile locale essendo italiano e molto rispettato dai compagni che lascerà a malincuore. Ma la scelta è prettamente familiare, ripeto, e la faccio per dare il meglio a loro. Se non stiamo tutti bene in un posto è giusto farli tornare dove potremo tutti vivere meglio”.

Il ricordo più bello, personale e lavorativo, a Vegas: “Di sicuro la nascita dei miei due bambini Lorenzo e Tommaso da mia moglie Benedetta che li ha partoriti proprio qui a Vegas. Momenti indimenticabili. A livello professionale ce ne sono tanti di ricordi ma quando ogni anno mi arriva il braccialetto del Main Event che è una mia creazione, è un’emozione unica. Lo disegno e decido su tutto e tutti ambiscono a vincerlo, e sapere che gli ultimi sei li ho creati io ed è bellissimo osservarlo dal vivo dopo decine di prove, rendering e quant’altro”.

E ora? Che succede dopo Las Vegas, Caesars e Wsop? “Torno in Italia e faccio vacanza a Sanremo poi ho già qualche contatto con qualche azienda e inizierò a cercare qualcosa perché voglio lavorare - dice Simone Ricci che ha maturato esperienze importantissime - Caesars non è solo gaming ma marketing, ospitalità e alla fine è gambling. Penso di aver acquisito un profilo internazionale manageriale a 360 gradi e che qualsiasi sfida mi si porrà davanti, se le aziende la accetteranno con me, sarà qualcosa di interessante e che vinceremo senz’altro. Serve un cambio di passo manageriale su alcuni settori. Il gaming? Ci sono forti limitazioni a livello legislativo ma si può comunque fare qualcosa di buono”.

In bocca al lupo, ovvio. E, comunque, si lascia da vincenti, meglio così no? “Assolutamente sì, 187mila entries in 50 giorni sono tantissime, un record. E come mi piace sottolineare sempre, le Wsop sono ormai uno strumento di marketing ideale per i nostri competitor. Noi portiamo i players e le altre spendono poco in comunicazione, un tool di marketing per gli altri. Anche se quest’anno concordo con voi che la superiorità è stata imbarazzante”. Appunto, questo dà la misura del grande lavoro fatto da Ricci e dal team Wsop. Chapeau.

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