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Stefania Gander dal successo Icoop alla politica: 'Sul gioco serve educare e non proibire o tassare'

05 novembre 2019 - 09:27

Stefania 'vagabonda69' Gander vince un evento Icoop, ecco la chiacchierata dal poker al gioco e alla politica. 

Scritto da Cesare Antonini

Siamo partiti dal poker online e abbiamo poi parlato del gioco in generale passando per le donne, le “quote rosa”, i ladies event, per arrivare alla politica legata al gaming e parafrasata con l'hold'em. Quando “vagabonda69” aka Stefania Gander ha vinto l'evento numero 29, il Progressive Knock Out da €50 di iscrizione dell'Italian Championship of Online Poker di PokerStars su 964 players, ci si è accesa la “lampadina” e così l'abbiamo stuzzicata e sfrugugliata su diversi temi. 

Partiamo dal risultato recentissimo, fresco di qualche ora: “Sono contentissima perché quando sei una giocatrice amatoriale centrare un risultato così è magnifico – esordisce Stefania Gander – rispetto ai pro ho sempre puntato più sull'aspetto agonistico e sportivo, diciamo, rispetto al ritorno strettamente economico. Quindi punto dritta alla vittoria, senza risparmiarmi. Ovvio che poi sui premi e sui soldi non si sputa mai ma per me prendere un risultato del genere è doppiamente soddisfacente”. 

Stefania “vagabonda69” Gander, è risultata prima assoluta per un premio di circa €5.200 e ha poi diviso la vittoria con “mino1276” in un torneo in cui si è piazzato quindo anche un certo Federico “IFOLDACES4U” Piroddi.

Mica male, quindi, per chi ha rallentato molto rispetto a qualche anno fa: “Sì sto giocando molto meno – spiega Stefania – soprattutto per impegni personali visto che ho aperto una nuova società e ho anche molti impegni politici da diversi anni. Se giochi e deeprunni stai sveglia tutta la notte e poi alzarsi la mattina è difficilissimo. Per cui da un anno e mezzo ho dovuto ridurre drasticamente il gioco”. 

E comunque sei una della vecchia guardia: “Il bilancio pokeristico è assolutamente positivo e in passato ho studiato, fatto coaching, insomma ho portato avanti tutte quelle pratiche che deve fare chi gioca con una certa regolarità. Ho una grande passione per il poker e per un'amatrice penso di aver raggiunto un buon livello di gioco”.

Proviamo a virare su altri temi passando dal tema caldo del momento, i ladies event, specie quello discusso del Battle of Malta, per virare sulle quote rosa nella società e nella politica: “Ho seguito distrattamente le polemiche su quel torneo a Malta ma penso che alcune cose siano di cattivo gusto mentre altre possano essere goliardate innocue. Non trovo la necessità di alcune trovate che possono fare solo male al movimento. Cosa penso dei Ladies? Se sei già una professionista sei abituata a giocare in un ambiente prettamente maschile in cui non trovo nulla di negativo nell'organizzare questi eventi per far avvicinare altre giocatrici. A patto che non siano confinate ma il tutto sia finalizzato ad integrare. Ripeto è un ambiente molto competitivo e ha una certa aggressività. Le donne possono tenere tranquillamente testa e battere agevolmente gli uomini ma il primo approccio può non essere semplice”. 

E le quote rosa nel tuo partito, nella società, nella politica: “Milito in un partito (prima Partito Democratico ora Italia Viva di Renzi, ndr) ad ogni ruolo deve corrispondere una figura maschile e una femminile. Le quote rosa non sono inutili ma sarebbero bene che lo fossero. Anche perché spesso le donne devono eccellere per imporsi. Molti uomini mediocri vanno avanti lo stesso”, inizia a pungere la Gander. 
A proposito di partito, che ruolo occupi adesso? “Prima ero nella segreteria provinciale Pd a Bolzano, Alto Adige, per ora sono referente della stessa provincia per Italia Viva. A metà mese dovremmo definire maggiormente i ruoli e ne saprò di più”. 
Mettiamo che dovessi finire in qualche ruolo primario nazionale, come approcceresti il mondo del gioco a livello di regolamentazione visto il caos in cui sta vivendo in questi anni il settore? “Siamo in una fase politica nella quale lo slogan e il proclama fanno più effetto della conoscenza della materia che si tratta di volta in volta. Il gioco è l'emblema di questa politica – spiega Stefania Gander – il gioco è il male assoluto e il poker sportivo è messo sullo stesso piano delle slot che trovo difficile da comprendere a livello sociale: chi va a passare qualche ora in un circolo live riesce a fare esperienze di socialità ma chi sta due ore davanti ad una macchinetta è difficile che faccia qualcosa di simile. Invece il settore è preso per intero e qualcuno ha deciso che va ammazzato”.
Come ovviare? “Credo che, innanzitutto, nessuno abbia fatto un bagno di umiltà e si sia messo a studiare il settore come merita. E si è perso anche l'aspetto ludico e dell'intrattenimento. E' importante educare. Questa è la priorità. Se si è consapevoli, se si è informati è difficile finire nella ludopatia. Ma questi ragionamenti li porti avanti se conosci la materia e se l'analisi è effettuata a livello scientifico e proviene da approfondimenti e conoscenza. Tutto ormai è banalizzato”. E' proprio così. 
Eppure si pensa solo a tassare: “Questo accade anche per altri settori ma non possono essere le tasse a risolvere i problemi dei patologici. Sono convinta che serva un approccio all'educazione al poker sportivo, al mindset, alla matematica, allo studio del bankroll, Elementi come lo studio, la pazienza, il calcolo, contrastano con tutto quello che contribuisce alla ludopatia. Insomma è difficile che un sommelier diventi alcolista e c'è una differenza tra champagne e vino in cartone”, a buon intenditor poche parole insomma. 
Gli operatori del settore, poi, non sembrano contribuire a facilitare le cose certe volte? “La tendenza delle room sembra quella di ammazzare il gioco e aumentare la velocità e di conseguenza l'aleatorietà – prosegue lucidamente la Gander – inoltre aver messo tutto in un unico calderone, tutti i giochi insieme, non ha di certo favorito a valorizzare il poker. Abbiamo poi perso uno strumento come POKERItalia24 che aveva sdoganato a livello sociale il gioco, le urla di Lacchinelli, i commenti di Caramatti, gli sketch di Lillo e le lezioni di Zumbini, rendevano tutto divertente e leggero. Non ho mai accettato quella chiusura che andava evitata in tutti i modi”. 
Chiudiamo con un gioco: se dovessi identificare i politici nazionali con un profilo da pokerista? Come la metteresti? “Questa è bella! - esordisce 'vagabonda69' – parto da Matteo Renzi, il mio preferito, direi che è un giocatore aggressivo, un Gto puro credo. Poi Maria Elena Boschi e Luigi Marattin, due light aggressive ma molto studiosi e riflessivi. Salvini? Beh è decisamente loose e gioca tutte le mani. Ed è uno di quelli che quando perde dà la colpa alla sfortuna. Però ha un'ottima run e la varianza è dalla sua parte pare. Di Maio, invece, anche se prova a giocare come Renzi e Salvini le perde quasi tutte le mani. Donk? Non mi permetto, forse Toninelli era peggio (ma è andato broke ormai, ndr). Conte è senz'altro il dealer, quello che conosce le regole e prova a stare sempre al tavolo a dare carte. No comment su Zingaretti, scusate!”. Finale perfetto! Alla prossima!

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