skin

Il cash game nei festival di poker live più importanti d'Europa, il punto di vista di Marcello Miniucchi

03 gennaio 2020 - 10:41

Marcello Miniucchi, top reg cash game Plo live e online racconta l'esperienza nei festival più importanti d'Europa. 

Scritto da Cesare Antonini

Quali caratteristiche dovrebbe avere il cash game all’interno dei festival di poker live più importanti d’Europa? Quali servizi, quali plus e quali attenzioni dovrebbero ricevere i giocatori? Chi meglio di Marcello Miniucchi, cash gamer live ma soprattutto storico grinder online della storia del poker italiano, può spiegarci qual è l’esperienza dei giocatori che frequentano i casinò e gli eventi di tutta Europa?“Le kermesse pokeristiche sono interessanti quando radunano tantissime persone che vanno lì solo per giocare cash game oltre che per i tornei in programma. I nuovi format sono sempre molto interessanti perché c’è bisogno in Italia di vedere tavoli dove si gioca, ci si diverte e danno uno spaccato del poker italiano”, ha esordito Marcello “Cavendramin”. 

Scendiamo nei dettagli: “La prima caratteristica che dovrebbe avere un’offerta live è quella di avere tanti recreational player, turisti, che vogliono divertirsi e mettere soldi in mezzo senza avere paura. Questo ovviamente attira anche tanti professionisti e la kermesse ha successo in base al numero dei partecipanti. Poi bisogna avere anche tanti altri servizi in una struttura che offre tanti confort al giocatore e non solo piscina, Spa, attrazioni turistiche e intrattenimenti vari. A Vienna o in altre location, ad esempio, al tavolo sei servito e riverito e qualsiasi cosa di cui hai bisogno te la portano. Poter mangiare mentre si gioca è un vantaggio che non è scontato trovare in tutte le location in cui si gioca cash game”.

Il Perla, ad esempio, è da sempre un’ottima location per brindare cash live. Qual è il panorama internazionale attuale? “Vienna non è la miglior location in assoluto ma c’è un action molto importante, io gioco Pot Limit Omaha e vado dove c’è più opportunità di giocare questa modalità. Il mio posto preferito, però, è Barcellona. La città è meravigliosa, clima temperato, intrattenimento altissimo e ottimi servizi al casinò. Naturalmente l’offerta di gioco è vastissima con tanti tavoli aperti a tutte le ore del giorno e a tutti i livelli di gioco. Poi ovviamente ci Las Vegas e Macao ma stiamo parlando di altro. Invece, per chi volesse approcciarsi al cash game e fare anche un po’ di profit posso consigliare location come Aruba Saint Marteen, posti prettamente turistici dove ci sono tavoli anche dai livelli base, 1/2 dollari, con tanti turisti e occasionali più facili da battere”.

Da sempre siamo abituati a pensare che il vero gioco di abilità è il cash game e non il Tournament, se non nel long period. Sta cambiando qualcosa? “Il cash game è il poker più puro, è vero. Una volta questa considerazione era unanime. Tuttavia con l’avvento della Gto il gap con il Tournament si sta assottigliando sempre di più. Il livello nei tornei è cresciuto tantissimo e bisogna essere molto preparati e studiare tanto per arrivare alla fine”.

Rimane fondamentale la table selection: “Ultimamente sono andato meglio online che live ma, in generale, gioco molto più dal vivo e l table selection, per me, è importante. Non mi piacciono quei posti in cui arriva un amatore e si siedono tutti i reg che si rialzano a tempo record non appena si alza lo stesso recreational player. Per spirito mio di competitività gioco con tutti senza problemi. Poi è ovvio che ci possano essere dei tavoli in cui l’expected value è close to zero, cioè il guadagno orario è davvero bassissimo. Io ho la fortuna di giocare Omaha dove la differenza tra un buon giocatore e un campione è enorme a differenza dell’hold’em dove due players di livello differente possono mettersi in difficoltà nella stessa partita diverse volte e in diverse maniere. Nella Plo un buon giocatore in mezzo a due campioni è carne da macello perché la differenza è molto più marcata. A me Omaha piace davvero tantissimo e penso di essere tra i migliori tre in Italia come preparazione in questo gioco. Lo pratico fino a blinds davvero alti, anche fuori bankroll. Ho giocato anche la 50/100 con straddle 200 e in quelle partite devi stare attentissimo perché se trovi avversari che non hanno paura di metterle in mezzo ti si alza la varianza e una sessione negativa può comprometterti un paio di mesi di guadagno centellinato e sudato”, ci spiega Miniucchi. 

E il field? C’è qualcuno che ti ha impressionato e, perché no, ti ha deluso in questi ultimi mesi di gioco? “Ci sono tanti reg molto bravi. Ad esempio un certo Karacopulos, anche se non ha giocato neanche una mano online, è fortissimo live. Il greco mi ha impressionato tantissimo anche se rimango della convinzione che si debba avere un background importante online se vuoi giocare ad alti livelli dal vivo. Poi ho incrociato 2-3 finlandesi molto bravi e anche la scuola inglese è davvero cresciuta molto bene. I vari Kyllonen, Kelopuro, invece, non so quanto sia siano adattati al nuovo modo di giocare e possano fare la differenza live. Qualche mese fa ho giocato con Juan Helppi e, pur sbagliando pochissimo al tavolo, non si è preso quel margine che un campionissimo dovrebbe saper prendere al tavolo. In alcuni spot ha pensato davvero troppo e ha palesato tanti dubbi su diverse mani giocate. Così si danno segnali all’avversario e si rischiano di dare informazioni agli avversari e di diventare più leggibile. Helppi è solo un esempio ma ci sono tanti players che non si sono aggiornati e magari tanti cash gamer di cui avevo un’ottima opinione che, invece, hanno mostrato più di qualche leak al tavolo. 
Sulla stessa linea c’è Theo Jorgensen con cui ho giocato tanto”, conclude Cavendramin. 
 

Articoli correlati