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Lo sfogo di Carlo Savinelli: 'Il poker è una maratona che si sta ancora correndo'

22 febbraio 2020 - 12:05

Lo sfogo di Carlo Savinelli sul poker, sui players e sulla vita: 'La fortuna sposta parecchio ma se non vinci dopo un po' non stai runnando male'. 

Scritto da Ca

Il poker si evolve. Il poker cambia. E cambiano le persone. Soprattutto crescono come uomini, i players. Ed evolvono il loro gioco ma anche la cognizione del poker e quello che rappresenta nella loro vita. Difficilmente pubblichiamo post di players. Potete leggerli tutti sulle loro pagine e non ha senso ripostarli per intero. Meglio un tweet, a volte. Ma stavolta è differente. Carlo Savinelli, uno dei player italiani più importanti nella storia del poker moderno di casa nostra, ha meditato per giorni, settimane, forse mesi. E ha lasciato una testimonianza molto importante dalla quale, anche noi della stampa di settore, abbiamo da riflettere. 

Molti concetti vanno ribaditi e sottolineati perché sui social ne leggiamo di cose orrende e che danno una percezione del settore davvero brutta e scadente. Oltre che decadente. Ma, si sa, un player e una persona come Savinelli possono esprimere questi pensieri. Altri evidentemente farebbero bene a prendersela con qualcosa che non va nella loro gestione complessiva della real life. Qualche scoppio, qualche bad beat, qualche momento di downswing non giustifica che si insulti il prossimo o il poker stesso. 

Per questo il fatto che Carlo viva questo momento ci preoccupa. 

Prima di lasciarvi al suo intervento sottolineiamo con l’evidenziatore alcuni passaggi. “Trovo assurdo che ancora non sia chiaro a tutti che questo è un gioco semplice , vinci sei bravo , perdi non sei bravo. La fortuna sposta parecchio ma se non vinci dopo un pò non stai runnando male”, su tutti. E poi ancora: “Il mondo del poker si regge su un paradosso , tutti pensano di essere meglio di tutti , per fortuna mi viene da dire , se non fosse cosi sarebbe già finita da anni”. 

Ecco il pensiero di Savinelli: “Molte persone hanno fatto l’errore di immaginare il poker come una 100 metri. Qualcuno ha limitato i danni pensando ad una corsa campestre. A qualcuno è capitata una serie di sliding doors positive e a quasi tutti gli altri è capitato quello che succede ad essere alla base della piramide alimentare.

La verità è che il poker è una maratona che si sta ancora correndo ma nessuno poteva saperlo , nessuno poteva avere delle sicurezze su quanto poteva durare e in che modo.

Il poker non è uno sport fisico quindi è più probabile che crescendo tu sia un giocatore migliore di quello che eri a patto che tu decida di “ allenarti “. 

Io mi reputo un privilegiato perché il mio talento mi ha sempre dato la possibilità di ottenere tanto con poco sforzo ma ora le cose sono cambiate , in realtà sono cambiate da un pò , il talento non basta , serve più lavoro su se stessi e sul proprio gioco, più di quanto uno possa immaginare.

Mi sono allontanato da circa 18 mesi dal mondo dai MTT live , poca voglia , pochi stimoli , voglia di cambiare area ,distrazioni collegate alla real life in cui Max Rosa mi ha dato una mano prima , consigliandomi dopo , di giocare meno fuori dalla CE in questi 12 mesi.

Ho sviluppato una strana voglia di punire me stesso non facendo quello che amavo fare perchè dopo più di 10 anni, nonostante le persone che mi conoscono davvero mi dicessero il contrario guardandomi con incredulità , non vedevo allo specchio quello che mi sarei aspettato di vedere dopo un percorso del genere.

Sono sempre stato cattivo nel giudicarmi figuriamoci come potevo non esserlo esprimendo un opinione su giocatori, organizzazioni , stampa di settore, che a mio parere facessero o dicessero cose random, mi ripetevo che forse ero diventato un hater ma con il tempo ho capito che ero solo maturato e che i miei pensieri non erano mai stati così calzanti anche se non avevo voglia di condividerli.

Questo tempo mi ha dato la possibilità di mettere a fuoco meglio un micro-mondo che conosco come le mie tasche.

Trovo assurdo che ancora non sia chiaro a tutti che questo è un gioco semplice , vinci sei bravo , perdi non sei bravo.

La fortuna sposta parecchio ma se non vinci dopo un pò non stai runnando male. 

Le gestione conta parecchio , se non lo capisci non hai una chance, ma spesso una cattiva gestione è solo un alibi che giocatori mediocri si danno per giustificare la propria mediocrità.

Il concetto di talento è cambiato , si è evoluto in qualcosa che paradossalmente si avvicina di più alla disciplina ed al metodo.

Il mondo del poker si regge su un paradosso , tutti pensano di essere meglio di tutti , per fortuna mi viene da dire , se non fosse cosi sarebbe già finita da anni.

Sento tanti alibi , vedo tanta cattiveria gratuita collegata a frustrazione, ragazzi se non siete buoni amen sarete meglio nel fare altro take it easy, inutile mettere le scarpette se il vostro posto è in tribuna.

In 12 anni ho visto alcuni amici farcela davvero, tanti allontanarsi perchè non reggevano il passo , tantissimi fare give up. 

La cosa che mi arreca tanta amarezza è vedere rapporti deteriorarsi perchè questo micro-mondo ha un ritmo folle e spesso finiscono rapporti perchè smetti di trascinare persone o smetti di risolvergli problemi perchè hai la “ colpa ” di essere un vincente da tempo e di continuare ad esserlo e quindi anche un presunto obbligo morale. 
Questa cosa l’ho vista anche in rapporti di persone super vincenti che conosco ed ho capito che non fosse l’eccezione ma la normalità.
La generosità non premia, spesso viene sfruttata e puoi difenderti soltanto eliminando completamente la componente economica dai rapporti interpersonali passando da stronzo quando in realtà le delusioni sono state tante.
Diversi giornalisti che stimo e che hanno ancora la grinta di scrivere di questo mondo mi hanno chiesto più volte un intervista in questi mesi , ho evitato perchè avevo paura di vomitare la mie visione negativa di mondo che mi ha dato tanto allora ho evitato.
Alla fine però non si può scappare da se stessi , quindi anche se vi vedo belli come il sole non credo di ributtarmi nel vortice dei tornei live e degli swing folli ( se desideri una vita tranquilla ) nonostante credo che sarebbe la cosa più giusta per il mio talento , ma non per la mia quotidianità e per i pochi, sinceri , rapporti interpersonali che mi sono costruito in questi 18 mesi.
Era da da un pò che non facevo un post sul poker e credo ne passerà un bel pò prima di vederne un altro “.

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