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Dan Cates ammette il 'ghosting' e scoperchia il 'mondo di mezzo' del poker high stakes mondiale

27 maggio 2020 - 21:05

Dan Cates ammette di aver giocato al posto di un suo player e nelle partite sotto accusa da Bill Perkins. 

Scritto da Cesare Antonini

Roba da Luca Palamara, da Samurai, da mondo di “mezzo”. La Suburra del poker high stakes mondiale sta per essere scoperchiata, soverchiata dalla bomba via Twitter di Bill Perkins nel weekend. Forse solo Donald Trump può salvare la community chiudendo il cinguettio del web. E per chi credeva che la polemica si potesse spegnere con il tweet cancellato da Dan Bilzerian dopo aver tirato in mezzo Dan Cates, beh, è stato proprio Jungleman ad uscire fuori.  Piccola specifica: come abbiamo già detto su alcune piattaforme o app, se non è scontato cadere in alcune spiacevoli situazioni sia di gioco che di pagamenti, poco ci manca. C’è un rischio da calcolare ma poi il problema dell’integrità di chi promuove anche il gioco deve essere granitica. O si spera che sia tale.

Ma cerchiamo di capire se la toppa di Cates è peggio del buco. Non può essere di certo una excusatio non petita visto che comunque l’accusa di Perkins di essere stato “ghostato” da uno dei migliori giocatori del mondo ha polarizzato Cates e altri. Lo spoiler di Bilzerian ha disegnato un bel pezzo del cerchio che poi Cates ha pensato da solo a chiudere dopo vari flame su Twitter e, addirittura, l’avvio del movimento online #Freejungle. Insomma Jungleman ce la farà ad uscirne.

“Non ho potuto scrivere prima a causa di una consulenza legale e di questioni finanziarie - coincidenze? - per essere chiari, ho iniziato giocare con Sina (il suo cognome non è Taleb, per la cronaca) l'8 maggio e alla fine ho giocato pochissime sessioni, nessuna delle quali era contro Dan Bilzerian, come è stato affermato”.

Ma con Bill ha giocato: “Ho giocato pochissime mani contro Bill Perkins, che si è seduto in una partita nella quale ho capito i professionisti che facevano ghost erano ormai dilagati. Che ci fossero molti pro era evidente visto il livello di gioco straordinariamente alto rispetto al momento in cui mi era sembrato accettabile giocare lì. Sfortunatamente Bill è stato catturato nel fuoco incrociato di alcuni top reg e mi dispiace molto per quello”.

Insomma, la storia è vera. E Cates continua e prova a mettersi sulla punta dell’iceberg: “Anche se non credo sia giusto essere stato scelto per qualcosa di cui molti erano molto più colpevoli - sotto a chi tocca, insomma -  accetto che per il ruolo che ho nella comunità del poker la mia punizione dovrebbe essere sproporzionata rispetto a un giocatore normale. Mi attengo a un elevato standard etico e aspiro a essere privo di iniquità, ma continuo a fare errori e mi dispiace per le mie azioni. Farò del mio meglio per comportarmi meglio in futuro”.

Dan “collaboratore di giustizia” o nel torto marcio? “Vorrei anche ringraziare i miei amici e le persone che mi hanno supportato su Internet e in altre comunicazioni. I vostri sforzi sono stati fondamentali per mitigare questa situazione e apprezzo la vostra preoccupazione per me. Un ringraziamento speciale a Nick Schulman che mi ha contattato per essere sicuro che stavo bene e ha avviato il movimento #Freejungle. Se qualcun altro crede nella mia integrità e che non dovrei essere blastato su Internet, apprezzerei qualsiasi supporto e lo apprezzerei soprattutto se vi conosco”, ha concluso cercando il suo esercito.

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