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Riccardo Di Rella: 'Il poker live è a rischio sia penalmente che a livello amministrativo-fiscale'

18 ottobre 2016 - 11:19

L'avvocato Riccardo Di Rella analizza i rischi dell'attuale mercato del poker live in Italia a livello penale e amministrativo. 

Scritto da Cesare Antonini

"Il poker live è a rischio. Vengono commessi illeciti di due categorie, penali e amministrativo-fiscali e, anche se non voglio essere portatore di presagi nefasti, ho paura che prima o poi tutto questo sfoci in qualcosa di pericoloso per il nostro settore". E' l'analisi dell'avvocato Riccardo Di Rella, legale esperto di poker live a Gioconews.it sulla situazione attuale del mercato dal vivo e dei club-circoli sul territorio italiano. 

Ma per capire dove siamo arrivati bisogna partire da dove siamo partiti: "E cioè dalla sentenza della Corte di Cassazione che ha sostanzialmente delineato i requisiti necessari ad un gioco lecito e ha riconosciuto ai tornei di Texas Hold'em svolti secondo quei criteri il rango di gioco di abilità al pari di golf, calcio e bridge. Il proliferare dei circoli, a seguito della sentenza che ha convinto tranne rari casi iniziali le forze di polizia a desistere dalla repressione del gioco a prescindere, ha determinato un inevitabile aumento dell'offerta a fronte di una domanda se non in calo comunque identica agli anni passati.
Investimenti non contenuti e l'errata convinzione che il circolo sia un'impresa commerciale hanno determinato una politica commerciale e concorrenziale che, dalle prime fasi certo spinte ma comunque lecite, è sfociato nei tavolini di cash game, nei re-entry anche illimitati, e in tutte quelle formule che se adottate in un casinò o sulle piattaforme sono lecite, ma che se svolte in un circolo non lo sono. La trasformazione dei circoli li ha portati ad essere sempre più simili ad attività commerciali, con offerte, sconti, personaggi, anche estranei al mondo del poker, che nulla possono portare all'attività sportiva ma che ricordano molto la politica iniziale di alcune piattaforme di gioco".
Delineato il quadro attuale per capire cosa ha determinato questa situazione veniamo ai problemi che questo ha creato e come le nuove scelte gestionali abbiano determinato una pericolosa violazione di norme che, secondo Di Rella, potrà rivelarsi un danno anche per i giocatori: "Gli illeciti commessi dai circoli si dividono principalmente in 2 categorie: illeciti penali e illeciti amministrativo-fiscali.
L'assurda “guerra” tra circoli che si sentono sempre più dei casinò e che spesso sono strutturati come tali ha portato a numerose violazioni:
1) buy in che molto spesso sono tutto fuorché contenuti e che come tali sono vietati, per capirci in un circolo mi sentirei di ritenere lecito alla luce di quanto indicato dalla cassazione un buy in MASSIMO di 250€;
2) re-entry spesso illimitati che sempre secondo l'indirizzo della Suprema Corte non ci possono essere e che da avvocato mi sentirei di sostenere se nella misura di 1 solo e se l'importo complessivo non supera i 250€;
3) formule accumulator, stack choice che non sono consentite perché non mettono i giocatori tutti nelle medesime condizioni di partenza;
4) garantiti così alti da non essere coperti dalle quote di ingresso e pertanto illeciti dovendo il montepremi essere determinato solo dalle quote di iscrizione".

Ma questi sono “solo” gli illeciti penali che sembrano trasformare un gioco lecito in gioco d'azzardo. "Maggiore problemi, invece - spiega ancora Di Rella - arriveranno dalle violazioni amministrativo fiscali. Anche ipotizzando che tutto si svolga lecitamente quando si svolgono tornei con montepremi da decine di migliaia di euro con garantiti al primo di importi consistenti cominciano i veri problemi.
Le vincite derivate dal gioco rientrano nel caso in cui non vi sia tassazione alla fonte (nei casinò e sulle piattaforme) e per le quali non vi è l'obbligo dell'inserimento in dichiarazione dei redditi tra i cosiddetti “redditi diversi” e oltre a dover essere inseriti in dichiarazione sono anche soggetti a tassazione.
Difficilmente la polizia tributaria si muoverà per l'omessa dichiarazione di poche migliaia di euro anche difficilmente riscontrabili, ma alle fiamme gialle basterà accedere alle pagine dei circoli per rilevare le vincite consistenti e contestare le omissioni ai giocatori interessati.
Ancora più pericoloso e costoso però l'elevato importo dei premi che secondo la norma vigente se superiori ai 3000 euro non possono essere effettuati in contanti.
La violazione delle norme anti riciclaggio prevede sanzioni economiche dall'1% al 40% dell'importo, con un minimo comunque di 3000 € sia a carico di chi riceve il pagamento che a carico di chi lo effettua.
Inevitabile che a breve continuando questa incredibile crescita di garantiti da 50/100/200 mila euro che gli operatori tributari bussino alla porta dei circoli e dei giocatori chiedendo conto ed emettendo sanzioni".
Una situazione che penalizzerebbe anche tutte quelle sale che continuano ad offrire schedule decisamente meno ricchi e ambiziosi ma in linea con le indicazioni normative di cui sopra.

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