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La liquidità poker 'punto fres' (senza Italia) può aumentare la fuga dei players italiani

09 febbraio 2018 - 11:53

I poker players italiani vogliono la liquidità punto fres e stanno pensando di trasferirsi in Francia, Spagna o Malta. In Slovenia porte chiuse alla pooled liquidity. 

Scritto da Cesare Antonini

Il nuovo poker "punto fres" che a breve dovrà aggiungere anche la desinenza "punto pt" per l'arrivo della liquidità del mercato regolato portoghese, rischia di aumentare ancora di più la fuga dei players dal mercato italiano. Tanti i players che stanno meditando di spostarsi nei paesi vicini anche se qualche difficoltà di iscrizione c'è. Criticità che spariscono, però, in quel di Malta, l'isola a due passi dall'Italia dove tantissimi giocatori azzurri già si sono trasferiti in passato proprio per giocare sul "punto eu". Un giocatore registrato nel "Dot eu" può giocare anche nella liquidità franco-spagnola almeno sulla piattaforma di PokerStars, unica room che attualmente ha preso il via con i tavolo condivisi tra players dei due mercati e di quelle nazioni in cui, non essendoci una regolamentazione statale sul gioco online, la room di The Stars Group, opera con il network "dot com".

GRINDER CON LA VALIGIA? - Si stanno organizzando i players italiani. Alcuni gruppi di grinders stanno valutando l'opzione di trasferirsi visto che l'Italia pare stia analizzando la vicenda dal punto di vista tecnico anche se, Francia e Spagna, e ora Portogallo, hanno dimostrato come basti spingere il pulsante e far partire la condivisione che le poker room riescono a gestire agevolmente al loro interno passando per i flussi dei mercati regolati pagando regolarmente rake e tasse.
Se l'Italia traccheggia ancora c'è chi sta valutando di piazzarsi in Spagna, magari a Barcellona, o in Francia, perché no a Parigi dove c'è anche un gioco live davvero allettante per chi vive di grinding. Da risolvere alcuni cavilli come la residenza fiscale e quindi la possibilità di aprire un conto gioco nei due paesi di riferimento. I giocatori ci stanno lavorando in attesa che la situazione si sblocchi.

I DATI, INTANTO CONTINUANO A SCENDERE - I dati di gennaio 2018 parlano chiaro: i tornei registrano una spesa pari a circa 8,7 milioni di euro, in flessione dello 0,9 percento, mentre il calo del cash, con 6,7 milioni di euro di spesa, è più marcato: il 10,2 percento. Dati che confermano la gravità della situazione e che la liquidità condivisa servirebbe "solo" a rianimare un "morto" che cammina. Se poi i players iniziano davvero a fuggire dall'Italia stufi di attendere potrebbe prefigurarsi anche un danno erariale notevole anche se si tratta di un gioco ormai ridotto al lumicino nel totale del volume di raccolta del gaming italiano.

SLOVENIA NIENTE DA FARE - Chi ha pensato a Malta ha pensato anche alla Slovenia per provare a giocare sul "punto fres". Nulla di fatto, però. La Slovenia ha da tempo intimato alle room dot com di lasciare il paese in vista di una regolamentazione nazionale. O meglio, intanto PokerStars aveva lasciato il paese in attesa di regolamentazione e, per il momento, da quella location sarà impossibile giocare sui tavoli condivisi europei.

Tanti players italiani del nord Italia hanno dovuto lasciare le città al confine, su tutte Nova Gorica dove ci sono tutte le strutture di gaming del gruppo Hit, dove si erano trasferiti per grindare sul "punto com". Essendo un mercato regolato, adesso, la Slovenia finché non si unirà all'accordo del 6 luglio 2017 firmato a Roma non potrà entrare nel mercato "punto fres" di liquidità regionale europea. Da verificare la posizione di alcune room che consentono il gioco dalla Slovenia sul dot com ma che, al momento, non hanno aperto i tavoli condivisi europei. 

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