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Il CdS francese: i professional poker player vanno tassati!

27 settembre 2018 - 11:47

I professional poker players francesi verranno tassati anche con prelievi forzosi: lo ha deciso il Consiglio di Stato. 

Scritto da Cesare Antonini

La Francia ha definitivamente scelto: i professional poker players vanno tassati perché il loro è un lavoro, c'è dietro della qualità, ci sono delle capacità e del know how mentre gli occasionali saranno esenti, sia dell'hold'em che delle lotterie e delle scommesse in generale, perché la loro è solo fortuna. E' il Consiglio di Stato a sentenziare così, dopo tanti anni di incertezza sul tema. Anche se, va detto, in Francia la figura del Ppp già esisteva e aveva la capacità di detrarre spese e buy in. Una bella notizia per il poker che viene riconosciuto come un gioco d'abilità e per i professionisti che hanno la capacità di “controllare in modo significativo” il rischio che è insito nella disciplina in questione. Ma dall'altro lato della medaglia arrivano brutte notizie per i Ppp che dovranno discutere sulle aliquote e le modalità di prelievo.

In Francia sostengono che il CdS sia l'autorità giudiziaria suprema e dovrebbe quindi fare "giurisprudenza". I giudici hanno distinto i giochi di fortuna (lotto e altri) che, a causa del rischio che pesa sulle prospettive di guadagno del giocatore, non sono attività lucrative né fonte di guadagno (anche se il giocatore può vincere grandi somme). Viceversa, il poker lascia al giocatore la possibilità di "controllare in modo significativo" il rischio inerente al gioco, dalle qualità e dal know-how che sviluppa.
Va ancora specificato che il CdS francese si riferiva solo ai pro. La stragrande maggioranza dei giocatori occasionali non è fortunatamente interessata agli audit fiscali. I professionisti devono dichiarare le entrate aggiuntive del poker nella casella "profitti non commerciali". Ma fino ad ora, spettava all'amministrazione dimostrare la natura professionale del giocatore.
Chi vince una grossa somma ma rimane un giocatore “recreational”, non sarà soggetto a tassazione. Il problema sorge spontaneo: ma come si fa a stabilire con certezza se un giocatore è pro, semi pro o è un “pollo” amatoriale?
Il Consiglio di Stato, però, conferma che i guadagni di denaro ritirati dalla pratica abituale del gioco del poker sono tassabili. E questo, nella categoria dei profitti non commerciali (BNC). Non importa, dicono i giudici, che il contribuente abbia anche un'attività professionale.
Come verranno calcolate le aliquote? Pare si sia pensato ad un deposito mensile calcolato sulle vincite dell'anno precedente. E già in questo caso esiste un problema relativo alla varianza: e se il pagamento ingente rispetto all'anno precedente che è andato molto meglio di quello in corso, dovesse arrivare in un momento di bad run per il player? Potrebbe essere una mazzata clamorosa.
Ma la notizia peggiore per i giocatori di poker, per le persone i cui profitti sono tassati nella categoria degli NBC (profitti non commerciali), la ritenuta d'acconto assumerà la forma di un deposito prelevato direttamente sul conto bancario.
Gli anticipi saranno prelevati direttamente dal conto bancario del contribuente il 15 di ogni mese. Il contribuente può tuttavia optare per un prelievo trimestrale. In questo caso, i campioni vengono prelevati il ​​15 febbraio, il 15 maggio, il 15 agosto e il 15 novembre.
Insomma una bella rogna per chi è inquadrato come Ppp. La criticità della bad run rischia di essere un danno incalcolabile per l'attività di un giocatore. Se da un lato finalmente non ci saranno rischi di cartelle esattoriale pazze e squilibrate (vedi il caso della Germania) dall'altra parte aliquote e tempistiche di prelievo vanno pensate e calibrate bene. Così come va tenuto conto delle spese dei players che potrebbero salvare i giocatori infognati in un brutto downswing.

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