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L'Operazione All in non è finita, il caso pazzesco del poker player RobyS

16 gennaio 2020 - 08:51

Roberto 'RobyS' Sabato, l'ultimo perseguitato dall'Agenzia delle Entrate per l'Operazione All in ora passa all'attacco. 

Scritto da Cesare Antonini

“Ora basta, ogni fine anno arriva una nuova cartella esattoriale dell’Operazione All in nonostante siano stati tutti assolti. Sto aspettando che mi chiamino in appello da tre anni ma ogni dicembre chiedono sempre di più ignorando tutti i precedenti che abbiamo prodotto! Adesso dichiaro guerra io!”. Roberto Sabato. Vabbè, Roby S. Come lo conosciamo tutti. Non ce la fa più. E vagli a dare torto. Proprio in queste ore è arrivata una nuova “letterina” dall’Agenzia delle Entrate. La convocazione all’appello, la risposta ad uno dei tre ricorsi presentati in questi anni per giustificare le sue vincite lecite e legittime al poker live? Macché: altri 81mila euro da pagare. “Erano 43.000 poi diventati 65.000 e ora cresciuti a 81.000 euro”. E la domanda verrebbe spontanea: non hai fatto nulla in questi anni? Conosciamo la risposta ma ripercorriamo le tappe della sua storia: “All’epoca dell’Operazione All in l’Ade mi ha contestato vincite per 18mila e 24mila euro come vi avevo già raccontato. Il mio tributarista Pietro De Castri ha sempre chiesto di essere convocato in appello ma non siamo mai stati ricevuti e non abbiamo potuto dire la nostra. Ma continuano a mandarmi ulteriori cartelle esattoriali come l’ultima che è di 81.000 euro totali”. 

Adesso basta, però. Mentre scriviamo Roby S dovrebbe essere già all’Ade di Brindisi per discutere (finalmente!) del suo caso. Ma adesso, giura il famoso player, si va davvero in guerra: “L’ultimo dei ‘mohicani’? Direi più che altro l’ultimo degli sfigati. Oltre all’ottimo lavoro di De Castri adesso mi avvarrò della consulenza di Max Rosa, il legale che (insieme a Sebastiano Cristaldi, ndr) ha ottenuto la sentenza chiave, la ‘Blanco/Fabretti’ in Corte di Giustizia Europea, che decretò la fine dell’Operazione All in. Sono rimasto solo io, invece, con questa spada di Damocle sulla testa nonostante abbia già prodotto tutte le carte che avrebbero dovuto scagionarmi ed evitare i pagamenti in questione”. 

E c’è dell’altro: “Max Rosa ci ha anche fatto notare che il giudice non ha mai accettato l’autotutela e che è un fatto incostituzionale e piuttosto grave. E sarà un altro elemento che porteremo immediatamente all’Agenzia delle Entrate per cercare di fargli aprire gli occhi”. 

Senza alcun timore possiamo serenamente affermare che quello che sta capitando a Sabato è assolutamente irreale. Com’è possibile che un funzionario dello Stato qualsiasi di quella sezione non sia a conoscenza di una sentenza pesante come quella della Corte di Giustizia Europea che ha fatto cadere qualsiasi sanzione esattoriale dell’Operazione All in decretandone la fine? Ci sono stati alcuni casi in coda alla “Blanco/Fabretti” e anche quelli c’avevano stupito anche se poteva ancora essere comprensibile. Ma adesso no. Gravissimo per i cittadini italiani doversi continuamente giustificare anche quando esistono sentenze, pronunce, leggi chiare e definitive che incredibilmente chi lavora per lo Stato non conosce. Un danno che il cittadino paga almeno due volte e lo Stato pure. Se il funzionario sbaglia chi paga le spese legali? Sempre lo Stato, cioè noi. E se il giudice non accorda neppure la copertura delle stesse c’è il danno oltre che la beffa. 

E senza ripercorrere tutte le tappe della vicenda dell’Operazione All in partita negli anni del boom del poker e conclusasi solo nel 2015 con la nota sentenza alla Cge e poi definitivamente nel 2017-2018 con le ultimissime assoluzioni, basta arrivare al risultato finale: e cioè il nuovo dispositivo dell'art. 69 TUIR. Titolo I - Imposta sul reddito delle persone fisiche, capo VII - Redditi diversi, aggiornato proprio in seguito alla sentenza europea:

1. Fatte salve le disposizioni di cui al comma 1-bis, i premi e le vincite di cui alla lettera d) del comma l dell'articolo 67 costituiscono reddito per l'intero ammontare percepito nel periodo di imposta, senza alcuna deduzione.
1-bis. Le vincite corrisposte da case da gioco autorizzate nello Stato o negli altri Stati membri dell'Unione europea o in uno Stato aderente all'Accordo sullo Spazio economico europeo non concorrono a formare il reddito per l'intero ammontare percepito nel periodo di imposta. 
2. Le indennità, i rimborsi forfettari, i premi e i compensi di cui alla lettera m) del comma 1 dell'articolo 67 non concorrono a formare il reddito per un importo non superiore complessivamente nel periodo d'imposta a 10.000 euro. Non concorrono, altresì, a formare il reddito i rimborsi di spese documentate relative al vitto, all'alloggio, al viaggio e al trasporto sostenute in occasione di prestazioni effettuate fuori dal territorio comunale.
E il divieto di doppia imposizione sta per essere sancito anche nei Paesi extra Ue. Rosa e Cristaldi stanno ottenendo risultati anche per il Nevada, Las Vegas. “Vi rendete conto? E sono rimasto solo io in questa situazione. Adesso basta, lo ripeto. Ma prima risolvo e poi passo all’attacco”. All in, stavolta, ci vanno i players. Basta davvero. 
 

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