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Agcom sanziona Google, LOGiCO: 'Tante incongruenze, adv ban e Dignità da rivedere'

28 ottobre 2020 - 17:49

La sanzione di Agcom a Google ha lasciato emergere una serie di incogruenze evidenziate da LOGiCO di Moreno Marasco. 

Scritto da Ca

“Agcom sanziona Google per aver consentito la promozione di un sito dot com neanche censito nella blacklist dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato. Un fatto gravissimo e che rinforza ancora una volta di più la convinzione che le norme sulla pubblicità vadano riviste come chiediamo da tempo”. Moreno Marasco, presidente di LOGiCO, associazione delle concessionarie di gioco online “punto it”, prosegue nella sua battaglia per l’affermazione di una serie di principi che possano riaprire qualche spiraglio per la comunicazione superando l’Adv ban del Decreto Dignità.

Tante le incongruenze emerse: “Agcom inverte la decisione di archiviare la sanzione contro Google per violazione del divieto di pubblicità su giochi e scommesse. Quando il divieto fu promulgato, Google e Facebook immediatamente chiusero la porta ai Concessionari ADM, dichiaramente “per motivi etici”: allora commentai che l’etica evidentemente si fermava al confine nazionale, poiché i grandi gruppi internazionali continuavano a foraggiarli all’estero, per le medesime finalità. Ora scopriamo persino che il sito in questione fosse illegale in Italia, pertanto in violazione del Codice Penale”.

Sito neanche oscurato, infatti, e perfettamente raggiungibile come tantissimi altri canali, dai players italiani: ““Paradossalmente il sito in questione non è neppure censito nella c.d. blacklist ADM, pur lodevole sforzo di censimento, ma inefficace, poiché si tratta di un blando filtro DNS e non di un firewall. Ciò è gravissimo, perdipiù all’alba di un nuovo lockdown: in primavera, in seguito alla chiusura delle attività retail non vi fu alcun riversamento della domanda inespressa sul gioco fisico (91%, dati 2019) verso il circuito online illegale, rendendo ancor più evidente come la presenza di un divieto totale di pubblicità sia totalmente deleteria, considerando che l’esistenza stessa di un circuito legale è la canalizzazione della domanda di gioco in un contesto protetto. E’ tempo di rivedere le norme sulla pubblicità”, conclude.

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