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Padova: il poker club chiuso e sanzionato per Covid-19 ma non per gioco d'azzardo

13 gennaio 2021 - 11:10

Poker live e cash game e nessuna denuncia per gioco d'azzardo: il Covid-19 mette in secondo piano altre responsabilità del circolo padovano scoperto ad inizio anno. 

Scritto da Ca

Istigazione alla disobbedienza delle leggi anti Covid-19, sanzioni per lo spostamento tra regioni in zona arancione o non applicazione del distanziamento sociale. Financo l’apertura di un bar senza autorizzazioni. Ma nel caso del circolo privato di poker live di Padova, dalle notizie rilasciate delle forze dell’ordine, non si ravvedono denunce per gioco d’azzardo illegale, nonostante (come si vede chiaramente sui messaggi Whatsapp sequestrati dalla Polizia padovana), la serata offriva un tavolo cash game 1/1 euro con limiti di deposito da un minimo di 50 al massimo di 300 euro. Non ce ne vogliano i gestori del circolo padovano, non vogliamo aggravare la loro posizione, anzi. La valutazione che facciamo è che, paradossalmente, l’esercizio del gioco d’azzardo vietato da tutte le possibilità che Corte di Cassazione e precedenti giudiziali vari che lasciano spiragli per i tournament e non per il cash game, sembra in questo concesso. In primo piano, nelle attenzioni delle forze dell’ordine, nel blitz dei primi del 2021, ci sono le norme anti contagio e non certo quelle dell’azzardo.

Due sanzioni per un totale di 800 euro non sono affatto una buona notizia. Ma una denuncia per gioco d’azzardo avrebbe comportato ben altri grattacapi per un cittadino preso in flagranza di reato ad un tavolo cash game.
Con alcuni addetti ai lavori la battuta che circolava nella giornata di ieri era: "Ai tavoli ci sarebbero potuti essere durrrr, Jungleman, Antonius, Hellmuth a giocarsi decine di migliaia di dollari ma avrebbero preso la multa perché non indossavano la mascherina".
Non si parla di sequestro di materiale da gioco, libri contabili e soldi. Ripetiamo, non vogliamo attirare ulteriori sciagure sul circolo veneto ma il caso è davvero curioso.
Ciò non deve fuorviare: è bene seguire l’esempio dei circoli più strutturati d’Italia e rimanere chiusi nella speranza che si possa riprendere a giocare quando tutte le attività commerciali verranno ripristinate e alcuni divieti rimossi. Specie quello del coprifuoco delle ore 22 che, combinato al divieto dello spostamento tra regioni, rende praticamente impossibile l’organizzazione di eventi di poker dal vivo.

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