La legge del poker online tedesca a rischio implosione, l'analisi di Marco Trucco
Marco Trucco, manager Md Europe GGPoker, analizza la regolamentazione tedesca su poker e gaming online.
Scritto da Cesare Antonini
Che fosse una regolamentazione mal pensata e che avrà ancora più problemi ad essere applicata era piuttosto chiaro. Ma andando a scavare ancora a fondo per le prospettive dei prossimi mesi la situazione è forse ancora peggiore. Ad analizzare le regole del gaming tedesco per Gioconews.it è Marco Trucco, top manager italiano e Md Europe a GGPoker che opera con regolare licenza nel mercato tedesco.
Com’è, quindi, la situazione per quello che riguarda questo framework normativo? “Una regolamentazione di cui non si comprende il senso e che sarà ancora peggiore quando le licenze diventeranno definitive - esordisce il manager italiano - il problema è il limite massimo di deposito di 1.000 euro ma quello che tutti devono capire è che il cap è cumulativo e va a sommare tutti i versamenti dei conti gioco sui vari siti. Questo sistema sembra favorire gli operatori generalisti e sfavorire quelli specializzati che offrono un servizio migliore di gioco. Anche perché gli utenti ormai sono abituati ad aprire più conti. Ovviamente è un grosso freno anche all’innovazione e alle start up”.
L’idea era quella di regolare il gioco, giusto? “Sì, ma si otterrà ovviamente l’effetto opposto che è quello di forzare gli operatori ad avere nel più breve tempo possibile e le strategie diventano molto più aggressive. Inoltre - analizza Trucco - il limite di deposito è fissato una volta al mese e quando si finisce il credito la guerra è ad inizio mese quando si bombarderanno i players per accaparrarsi i fondi possibilmente tutti su una stessa room. Invece di puntare sull’intrattenimento quello che accadrà è l’esatto contrario”.
Rischia di essere un modello poco sostenibile per il settore? “Assolutamente sì, in questo modo gli operatori non fanno profitto e non riescono neanche a fare investimenti. C’è davvero il rischio che se non cambia qualcosa nei parametri e nelle normative non abbia più senso rimanere in questo mercato. Al momento l’equilibrio tra tassazione e limite di deposito non si può fare profitto. Chi gioca e vince, inoltre, paga somme ingenti di tasse. Quindi il player vincente si allontana, chi perde non può depositare e le difficoltà di fidelizzarlo e trattenerlo sono tantissime”.
Cosa deve succedere per poter cambiare qualcosa e per rimanere nell’industria del gioco tedesca? “Rimaniamo nella speranza che il mercato si auto sostenga ma devono cambiare le tasse e anche le regole. Hanno tagliato la testa e le gambe al mercato, agli operatori e ai player - prosegue Trucco - in ogni caso quando finirà il processo di affidamento delle licenze avremo la situazione definitiva e potremo finalmente dire che i numeri sono quelli e dimostrare che le regole scritte sono inadeguate. Noi contribuiremo con la nostra azione sul poker e appoggeremo le associazioni e gli altri operatori. Va sottolineato che tutti vogliono essere in regola e pagare le tasse ma il prodotto deve essere sia competitivo che sostenibile”, conclude il manager italiano.
L'unico vantaggio è quello della liquidità. E in riferimento all'Italia si apre qualche speranza. O almeno si spera che prima o poi qualcosa accada? “Bisogna capire cosa pensa l’Italia perché in Europa inizia a cadere il tabù della liquidità internazionale: nazioni come la Germania, l’Olanda e anche la Svezia o la Danimarca (anche se tutti dicono che è un mercato limitato ma vale il principio) hanno aperto ai mercati globali senza problemi. Per cui sarebbe bene che le autorità italiane domandino a questi mercati come sta andando l’esperienza, se hanno rintracciato quei rischi e quelle criticità che si temevano o se l’esperimento è riuscito. Questi framework hanno parametri più rigidi dei nostri ma per loro la liquidità non è mai stata un problema. Probabilmente abbiamo perso molti treni per il poker nel nostro Paese ma ora potremmo muoverci in questo modo e finalmente recuperare e rilanciare il mercato”.