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Kostic a Gioconews.it: 'O pago le tasse sul poker o finisco in galera, la legge spagnola è assurda'

22 settembre 2017 - 12:11

Dragan Kostic, il poker player spagnolo che rischia una multa da 630mila euro o 18 mesi di carcere, si confessa a Gioconewspoker.it.

Scritto da Cesare Antonini

"Ora ho davanti a me due possibilità, o verrò dichiarato insolvente su richiesta dei miei legali, o farò un accordo sulla rateizzazione o sul pagamento di una parte della maxi cartella esattoriale da 630mila euroche ho ricevuto. Intanto sto giocando cash game giusto per mantenere la mia famiglia, ho due figli di 2 e 4 anni, e sostenere le spese di base sperando di risolvere questa situazione che mi ha cambiato la vita condizionando negativamente anche il mio poker". Parla a ruota libera e in esclusiva a Gioconewspoker.it, Dragan Kostic, poker player spagnolo, che circa tre anni fa ha ricevuto una cartella esattoriale (lui la chiama la "carta") da 630mila euro. Il motivo? Non aver dichiarato al Fisco, tra le altre, quella super vincita da 532mila euro per essersi piazzato secondo all'Ept Barcellona del 2011.

 
Siamo sinceri: tra questa storia e la legge fiscale spagnola in materia di gioco ci si capisce davvero poco. Proviamo a chiederlo a Dragan, come mai, non abbia dichiarato quella vincita anche perché, dal 2012, i giocatori possono anche detrarre le spese di gioco e metterle nel conto della dichiarazione dei redditi. 
 
Insomma, com'è andata? "Il problema è nato per le anomalie del Fisco spagnolo e dei casinò stessi. Io sono di Mallorca e ho giocato e vinto tanto proprio qui - ci spiega Kostic - e questa sala da gioco è l'unica che trattiene la percentuale delle tasse e comunica le vincite al Ministero. Gli altri casinò ti danno la somma intera vinta e, adesso, dobbiamo dichiararla. Prima, però, non era così. Mallorca teneva i soldi e poi ce li rigirava sulla dichiarazione dei redditi dopo aver informato lo Stato che era a conoscenza di queste vincite. Quando sono andato a Barcellona e in altri casinò e ho vinto, ho ricevuto tutti i soldi senza trattenute. Tuttavia io e il mio commercialista credevamo che quei soldi fossero comunque dichiarati. Invece nel 2014 è partita questa indagine che tramite i siti di ranking (proprio come l'Operazione All In, ndr) ha accertato queste somme che ora io e altri giocatori dovremmo pagare rischiando, altrimenti, di finire in carcere".
 
Dragan ovviamente quei soldi non ce li ha più. Li ha rigiocati, vinti, spesi, rivinti e rispeso e così via. Ma soprattutto crede sia un'ingiustizia quella che sta subendo: "Io non capisco se la legge spagnola su questo tema sia equa e soprattutto in linea con quella europea. Ma quante volte dobbiamo pagare le tasse? A Barcellona pagai già la fee del buy in che il casinò trattiene credo proprio per pagare le tasse giusto?".
 
Ciò che non torna è anche l'indagine di valore retroattivo. O meglio: se dal 2012 si possono dichiarare vincite e detrarre le spese perché perseguire Kostic e altri players per le somme ottenute prima di questa timeline? E dovrebbero anche poter dedurre le spese dell'epoca se per questo: "Per lo Stato devo pagare e anche per i miei legali che stanno cercando di aggirare l'ostacolo. Sono i migliori qui a Mallora, sia l'avvocato che il mio fiscalista. Tuttavia non essendo esperti di gaming e poker probabilmente non sono riusciti ancora a venire a capo della questione che è complessa ma che non può andare a finire così".
 
Come detto Dragan rischia anche fino a 18 mesi di reclusione qualora non dovesse pagare o trovare una soluzione che soddisfi il Fisco. E intanto ha subito un danno pazzesco: "Il mio gioco non è stato più quello che mi aveva portato a vincere tantissimo oltre all'Ept anche qui a Mallorca e in tanti altri casinò e location europee. Da quando mi è arrivata la "carta" e il rischio di andare in carcere non ho giocato più come sapevo e come posso. Mi siedevo al tavolo per fare soldi e per vincere il più possibile e magari in fretta. Mi servivano solo soldi. Va da sé che con questo mindset non si può mai vincere. Almeno, io, non sono riuscito più a farlo. E sfido chiunque a giocare con serenità con quella spada di Damocle sulla testa".
 
Però deve continuare a giocare: "Per forza, gioco solo cash game per non incorrere in altre sanzioni ma soprattutto per tirare su qualche soldo per la mia famiglia. Ma non si può vincere sempre, lo sapete meglio di me, così mia sorella spesso mi presta delle piccole somme che mi servono per pagare la scuola ai miei figli e per sopravvivere".
 
Tra 2-3 settimane potrebbe esserci una svolta ma intanto Dragan spera che dall'Italia, grazie alla sentenza Blanco/Fabretti e grazie all'Europa la sua situazione possa migliorare: "Quante volte devo pagare le tasse per giocare un torneo di poker?". Appunto, anche se in Spagna è praticamente istituita la figura del Professional Poker Player i soldi vinti "a casa" dovrebbero essere liberi di finire nelle tasche del giocatore che ha compiuto l'impresa. Forza Dragan!

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