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Max Rosa: 'I poker players spagnoli in una situazione irreale: il diritto Ue potrebbe aiutarli'

26 settembre 2017 - 09:17

Max Rosa analizza il caso dei poker players spagnoli che rischiano il carcere per non aver dichiarato alcune vincite in tornei live. 

Scritto da Cesare Antonini

“Quello che sta accadendo in Spagna ad alcuni poker players mi sembra alquanto irreale. Almeno da una prima superficiale analisi unire una sanzione fiscale con una sanzione penale sembra violare in maniera piuttosto palese il principio di proporzionalità dei trattati Ue oltre a risultare davvero pazzesca come misura per tante altre inesattezze che mi pare di ravvedere da un rapido esame del caso”. Max Rosa, legale esperto di gaming e fisco, autore insieme al fiscalista Sebastiano Cristaldi, della vittoria in Corte di Giustizia Europea con la storica sentenza Blanco/Fabretti (22/10/2014) che ha di fatto e di diritto azzerato l'Operazione All In dell'Agenzia delle Entrate italiana, interviene sul caso di Dragan Kostic e di altri players che rischiano di pagare centinaia di migliaia di euro di tasse e di finire in carcere se non adempiranno alla copertura delle imposte.

Come avevamo già seguito col diretto interessato, Dragan Kostelic, e indirettamente con l'altro player coinvolto, Jesus Cortes, la situazione spagnola sembra un incubo per i giocatori incriminati.
 
Eppure i players rischiano davvero di finire in galera: “Come detto non ho avuto modo ancora di vedere le carte e di analizzare da vicino il caso in oggetto. Tuttavia mi pare alquanto strano che sia stata combinata una sanzione penale con una amministrativa tra l'altro già molto pesante. Innanzitutto il provvedimento oltre che irreale è anche di per sé fin troppo esagerato. Sembra poi individuabile un divieto bello e buono del principio di proporzionalità, articolo 5 del Trattato Ue: in pratica l'inasprimento subito dai players dal Fisco spagnolo sembra sproporzionato sulla base di queste norme che ormai dovrebbero essere conosciute e diffuse in tutta l'Unione Europea ma vengono puntualmente disattese o interpretate malamente”. 
L'articolo 5 recita che “in materia di libera circolazione delle persone non devono essere imposte condizioni eccessive per garantire l’esercizio della libertà di soggiorno, né sanzioni sproporzionate per il mancato rispetto di quelle formalità che fungono da ostacoli alla libera circolazione”.
 
E non finisce qui: “La Corte di Giustizia Europea si è già espressa vietando la combinazione dei due aspetti che rintracciamo in questo caso e prevedere il carcere per un problema di natura squisitamente fiscale è decisamente esagerato. Sulla questione fiscale possiamo discutere ma sulla possibilità della reclusione confermiamo quanto detto e qualcosa si può e si deve fare”.
 
C'è anche un altro caso da analizzare e che potrebbe far comodo ai players spagnoli come analogia tra diritto italiano e iberico: “Ricordate la legge 401/89 che prevedeva sanzioni penali per chi giocava online sui siti “dot com”? Beh anche quella sta decadendo in tanti tribunali e in molte cause già andate in porto. Segno che le sanzioni penali applicate a questo tipo di situazioni sono sproporzionate e disancorate dalla realtà”.
 
Europa, questa sconosciuta: “E' tutto davvero molto strano quello che sta accadendo. Ma capisco che possa esserci ancora oggi confusione sul diritto europeo. Strano, semmai, che non si sia cercato rifugio proprio nelle norme comunitarie di cui parlavamo sopra e che questi giocatori rischiano addirittura il carcere. E poi come può pensare il Fisco di produrre cartelle esattoriali di questi importi sui players che sono soggetti a durissime oscillazioni delle loro disponibilità e che nella maggior parte dei casi dopo alcuni anni certe vincite rischiano di non essere rimaste quasi per intero nelle tasche dei contribuenti stessi?”, conclude Rosa.-

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