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Italia e Monte Carlo: ecco come funziona in tema di Fisco e vincite di poker live

17 aprile 2019 - 12:15

Italia e Monte Carlo, qual è la situazione a livello fiscale per eventuali vincite in tornei di poker live. 

Scritto da Cesare Antonini

“Esiste un accordo di scambio di informazioni tra Italia e Principato di Monte Carlo a livello fiscale. Tuttavia, una vincita in un torneo di poker live (o al casinò) rischia ancora di essere tassata con aliquote che possono toccare anche 43-44 punti percentuali”. E' l'esperto fiscalista e vincitore in Corte di Giustizia Europea insieme all'avvocato Max Rosa, della storica causa “Blanco/Fabretti”, Sebastiano Cristaldi, a commentare con Gioconewspoker.it, la situazione fiscale tra il nostro Paese e il piccolo Stato che sarà teatro di una tappa dell'European Poker Tour tra poco meno di una settimana. Parere autorevole quello di Cristaldi che ha, di diritto e di fatto, fermato l'operazione “All in” dell'Agenzia delle Entrate italiana, dopo anni di angherie subite dai bankroll dei nostri poker players. E' ormai sancito e appurato, infatti, il divieto di doppia imposizione fiscale tra due paesi membri dell'Ue e quelli nello spazio economico europeo.

“Ma anche quando ci sono delle convenzioni fiscali molto più profonde tra Italia e Paesi di riferimento (addirittura gli Usa, ndr) esiste qualche dubbio interpretativo col Fisco”, specifica Cristaldi che sta preparando un ricorso proprio su questo tema.

Molti players chiedono lumi: come siamo messi a Monte Carlo? “Il principato non è più in black list come prima, è più 'grey' che 'white', però, la situazione rimane complessa. C'è stata una voluntary disclosure, lo strumento che il Fisco mette a disposizione dei contribuenti per regolarizzare la propria posizione fiscale e alle banche obbliga di fornire informazioni in merito ai correntisti. Tuttavia la tassazione rimane quella non essendoci una convenzione approvata da entrambi i regimi fiscali”.

Quindi? Come funziona se un player dovesse vincere una somma di denaro nel corso di un torneo? “Anche se per il diritto internazionale la doppia imposizione dovrebbe essere valida – ribadisce Cristaldi – in una situazione come Monte Carlo si aprirebbe subito una trattativa col Fisco. Vanno studiate bene le carte e capire bene l'accordo cosa dice. In linea generale il player verrebbe tassato sul reddito che già ha e in proporzione alla vincita che ottiene. Facciamo un esempio: se un contribuente ha vinto 100mila euro e ha un reddito di 50mila euro può arrivare a pagare anche il 43-44 percento”.

Non si può fare nulla? “Come detto il tema va approfondito ma esiste uno scambio di informazioni e non si comprende per quale motivo il Fisco non dovrebbe riconoscere il divieto di doppia imposizione anche a Monte Carlo. Italia e Principato sono diventati collaborativi e cercando di essere trasparenti. Che non sia più black list è certo ma non esiste neanche una convenzione di cui parlavamo poc'anzi”.

Siamo alle solite: perché tassare sempre tutto e con aliquote molto più alte, tra l'altro, del prelievo alla fonte nei casinò italiani, il 10 percento?

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