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Poker online e Reddito di Cittadinanza, ecco come comportarsi con le vincite e il sussidio

05 gennaio 2021 - 11:59

No, non è un nuovo sussidio per players col bankroll in verde, ma come vanno gestite le vincite sui tavoli online in relazione ai sussidi di Stato e alla propria posizione patrimoniale.

Scritto da Cesare Antonini

Molti fatti di cronaca hanno scatenato un dibattito tra i nostri lettori online e tra gli addetti ai lavori e vale la pena tornare a fare il punto sulla tassazione delle vincite a poker online e, dopo tanti anni di battaglie, anche dal vivo.

Per fortuna non siamo di fronte ad un'altra Operazione All in ma bisogna continuare a fare attenzione anche se, come uno dei massimi esperti in materia ha voluto specificare, i players sono maturati tantissimo e mantengono un atteggiamento decisamente più prudente e rigoroso rispetto al passato. Ma i cavilli della legislazione e i continui cambiamenti apportati dalla politica ci pongono di fronte ogni giorno nuove sfide e nuove problematiche di natura fiscale da affrontare. E la natura di molti controlli avvenuti su conti gioco di players sempre sulle room 'punto it', stanno generando un po' di preoccupazione. Anche perché siamo alle solite: difficilmente si cerca di capire la situazione e il gioco e le vincite non sono mai conteggiate in relazione alle perdite e al rapporto tra depositi e prelievi. 

Le notizie di cronaca di cui parliamo e di cui dopo riproporremo il caso per entrare nello specifico, riguardano il Reddito di Cittadinanza, la misura “bandiera” del Movimento 5 Stelle e del primo governo Conte.

Cosa c'azzecca il poker online? Abbiate pazienza e ripassiamo la legge. Per ottenere il sussidio di 18 mesi in attesa di un posto di lavoro visogna avere avere un ISEE (Indicatore di Situazione Economica Equivalente) aggiornato inferiore a 9.360 euro annui. Per quello che riguarda il patrimonio finanziario quello non deve essere superiore a 6.000 euro che può essere incrementato in funzione del numero dei componenti del nucleo familiare e delle eventuali disabilità presenti nello stesso.

Il reddito familiare, invece, deve essere inferiore a 6.000 euro annui moltiplicato per la scala di equivalenza. La soglia del reddito è elevata a 9.360 euro nei casi in cui il nucleo familiare risieda in una abitazione in affitto.

Sappiamo che se si gioca, e speriamo si vince, in un sito di gioco “punto it”, quelle somme sono già tassate alla fonte. Allora dove sta il problema?

I percettori dal conto milionario

Intorno ai primi di dicembre 2020 la Compagnia della Guardia di Finanza di Matera ha rintracciato cinque conti gioco “dot it” per un totale di accrediti di vincite di circa 1,7 milioni di euro. E uno di questi era anche un grinder di poker online. Solo che i cinque titolari degli account percepivano il reddito di cittadinanza. I finanzieri l'hanno scoperto durante i numerosi controlli volti al riscontro del possesso dei requisiti previsti per legge da parte dei percettori della misura.

In pratica si trattava di 5 persone (due uomini e tre donne) che hanno indebitamente percepito il beneficio, perché avevano omesso di annotare nell’Isee la reale consistenza del patrimonio mobiliare avendo conseguito ingenti vincite di premi in danaro.

Subito un chiarimento importante: le vincite sui siti di gioco legale sono già tassate alla fonte, come noto. Ma come abbiamo spesso annotato nei nostri articoli, che tutte le vincite, sia live che online, vanno comunque dichiarate nella propria posizione finanziaria. E va anche ribadito il no secco: non si pagheranno nuove tasse ma le vincite vanno inevitabilmente a costituire reddito. E non si possono occultare.

Ma qui nascono i dubbi. Ma se i soldi rimangono sul conto gioco e se non sono “cashati” non costituiscono un valore monetario effettivo o i ticket delle vincite valgono come ricevute dei successi online? Su questo punto si può discutere ma le Fiamme Gialle materane, intanto, hanno denunciato la situazione. I cinque cittadini, invece, nella domanda per accedere alla misura di sostegno, avevano evidenziato una falsa situazione patrimoniale familiare di sostanziale indigenza, tanto da ottenere l’attribuzione del Reddito di Cittadinanza. La Finanza, attraverso analisi informatiche svolte con l’ausilio delle banche dati, ha scoperto che i 5 soggetti, abitualmente dediti al gioco online (poker, scommesse sportive, tombola e bingo, ecc.) erano tutti titolari di conti gioco sui quali erano state accreditate vincite per circa 1,7 milioni di euro. Nessuno di loro, però, in sede di richiesta di ammissione al beneficio patrimoniale di cui risultavano percettori, né successivamente, aveva provveduto a segnalare gli importi vinti al gioco online, violando così gli obblighi previsti in tal senso dalla legge n. 26 del 2019, ed ottenendo indebitamente il Reddito di Cittadinanza per un importo complessivo pari a 50 mila euro.

L’esito delle indagini della Guardia di Finanza ha comportato sia l’interessamento dell’Autorità Giudiziaria, in quanto la condotta omissiva prevede una pena da due a sei anni di reclusione, sia la segnalazione all’Inps finalizzata alla revoca del beneficio economico non spettante. L’azione investigativa svolta dalle Fiamme Gialle a tutela dell’economia pubblica è finalizzata alla prevenzione di indebiti utilizzi delle risorse dello Stato e al controllo che i destinatari di aiuti e benefici siano effettivamente in possesso dei requisiti normativamente previsti.

La parola all'esperto, Sebastiano Cristaldi: “Le vincite costituiscono sempre patrimonio”.

Cerchiamo, quindi, di dirimere tutti i possibili dubbi. Sulle vincite online, soprattutto, visto che in molti non sanno neanche che le somme conquistate dal vivo in tutto lo Spazio Economico Europeo vanno comunque dichiarate sul proprio Isee o sulla propria denuncia di redditi perché vanno a costituire patrimonio.

Insomma questi soldi vinti non sono da tassare due volte ma non possono essere ignorati nella definizione della propria posizione finanziaria di fronte all'erario. “Sì rimane senza ombra di dubbio che le vincite sui siti delle concessionarie di gioco 'punto it' non vanno dichiarate - precisa Sebastiano Cristaldi, esperto fiscalista e autore della storia vittoria in Corte di Giustizia Europa con la sentenza Blanco/Fabretti che sconfisse l'Operazione 'All in' dell'Agenzia delle Entrate – tuttavia chi vuole aderire ai progetti di assistenza del Governo deve assolutamente dichiarare quello che va a costituire il patrimonio personale e quindi anche le vincite da gioco online. Rimane ovviamente in vigore il divieto di utilizzare in qualsiasi modo le risorse percepite per giocare d'azzardo”.

Ma cosa cambia tra vincite sul conto gioco o vincite “cashate” e nel conto in banca o nell'immediata disponibilità del contribuente? “Se un cittadino possedeva delle vincite e non le dichiara nel suo Isee e nella sua posizione contributiva sta producendo un falso. Non esiste distinzione tra le somme che rimangono sul conto gioco e se queste vengono 'cashate' dai siti online. Conta la fotografia della propria condizione patrimoniale al momento della presentazione della richiesta del sussidio o della propria dichiarazione dei redditi”, prosegue Cristaldi.

E non pensate nemmeno di provare a far capire allo Stato che magari per arrivare a quelle somme vinte si è perso anche molto di più. Il famoso “giocato-vinto” non conta per l'Erario. Mai. “Bisogna fare molta attenzione e nel dubbio dichiarare correttamente la propria condizione – prosegue l'esperto fiscalista - vi è il rischio che se le vincite sono precedenti e non vengono appuntate tra le proprie disponibilità si può perdere il diritto al sussidio e anche essere denunciati per aver dichiarato il falso”.

Meglio chiarire qualsiasi dubbio: e per un contribuente “normale” che magari decide di scaricare sul proprio conto gioco una serie di somme vinte al gioco online, cosa succede? “Anche in questo caso non c'è doppia tassazione e non c'è neanche l'obbligo di dichiarare queste cifre. L'unica differenza è che quando compaiono sul conto bancario compaiono tra le proprie disponibilità. In questo caso in seguito a dei controlli basta giustificare le somme con le ricevute dei soldi scaricati dal conto gioco”.
Come sempre diciamo è sempre bene ascoltare un esperto per ogni singola posizione contributiva.
Detto questo mai confondere il gioco con le cryptovalute: “E' un tema molto complesso e con tante analisi da fare ma non si può dire sic et simpliciter che acquistare moneta virtuale significa poi ignorare la propria posizione patrimoniale”, ma è un filone che va assolutamente esplorato ma sensa confondere le cose.
Finale con l'operazione All in; è morta e sepolta? “Ogni tanto qualche caso esce e c'è anche chi aspetta ancora la risoluzione della propria cartella esattoriale – conclude Cristaldi – ma adesso lo scenario è chiaro e limpido e gli stessi players sono molto più attenti sia sulle location in cui giocare e sia nella gestione dei propri soldi”.

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