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Poker e Fisco: la Ctr Lombardia ribalta tutto sulla tassazione delle vincite a Las Vegas ed extra Ue

02 novembre 2021 - 17:03

Poker e Fisco: la Ctr Lombardia dopo il primo grado ribalta tutto sulla tassazione delle vincite a Las Vegas ed extra Ue e un player ora dovrà pagare centinaia di migliaia di euro. 

Scritto da Cesare Antonini
Poker e Fisco: la Ctr Lombardia ribalta tutto sulla tassazione delle vincite a Las Vegas ed extra Ue

Prima la vittoria in primo grado, poi l’esito ribaltato in appello e un giocatore di poker lombardo ora rischia di iniziare a pagare una cartella esattoriale di qualche centinaio di migliaio di euro per una grossa vincita conseguita in un casino di Las Vegas. L’avviso di accertamento è del 2013 e, ben otto anni dopo, la Commissione tributaria regionale della Lombardia con la sentenza 3754 del 15 ottobre 2021, ha stabilito che le vincite corrisposte dalle case da gioco situate in Paesi al di fuori dell’Italia e dell’Unione Europea partecipano alla formazione del reddito imponibile del giocatore, e devono quindi essere evidenziate nella dichiarazione dei redditi. E quindi tassate. Come detto tale sentenza nasce in seguito all’impugnazione di un avviso di accertamento per il 2013 ai fini Irpef redditi derivanti dalle vincite al gioco. 

PRIMA IL SUCCESSO POI LA SCONFITTA - I legali che hanno seguito il caso sono sbalorditi: in alcuni casi, come il primo grado, i principi portati a difesa del cliente sono passati e hanno consentito al giocatore di non pagare ulteriori tasse sulla somma in più rispetto a quelle che lo Stato di riferimento e la casa da gioco applicano alla fonte, in questo e altri casi, invece, le cartelle esattoriali hanno passato i gradi di giudizio nelle commissioni tributarie costringendo i contribuenti a pagare o ricorrere in Cassazione o, se è il caso, in Corte di Giustizia Ue. Ma i tempi sono biblici, 6-8 anni, e rischiano di condizionare la vita di qualsiasi individuo.

I PRINCIPI DELLA DIFESA - In pratica erano due i principi su cui si basava la strategia difensiva. Il primo è l’articolo 65 sul funzionamento del trattato europeo che indica come le vincite al gioco sono considerate prestazioni di servizio e, come tali, non vanno discriminate come gli stessi funzionari italiani in altre sentenze hanno stabilito. Si è quindi insistito sul divieto di discriminazione a livello fiscale che vale anche in base alla convenzione che l’Italia ha siglato ormai anni fa con gli Usa e che vieta la doppia imposizione fiscale anche sulle vincite al gioco extra Ue.

Questi gli articoli di riferimento.

Articolo 63 (ex articolo 56 del TCE) 1. Nell'ambito delle disposizioni previste dal presente capo sono vietate tutte le restrizioni ai movimenti di capitali tra Stati membri, nonché tra Stati membri e paesi terzi.

Articolo 65 (ex articolo 58 del TCE) 1. Le disposizioni dell'articolo 63 non pregiudicano il diritto degli Stati membri: a) di applicare le pertinenti disposizioni della loro legislazione tributaria in cui si opera una distinzione tra i contribuenti che non si trovano nella medesima situazione per quanto riguarda il loro luogo di residenza o il luogo di collocamento del loro capitale; b) di prendere tutte le misure necessarie per impedire le violazioni della legislazione e delle regolamentazioni nazionali, in particolare nel settore fiscale e in quello della vigilanza prudenziale sulle istituzioni finanziarie, o di stabilire procedure per la dichiarazione dei movimenti di capitali a scopo di informazione amministrativa o statistica, o di adottare misure giustificate da motivi di ordine pubblico o di pubblica sicurezza.

Queste motivazioni erano la base della vittoria in primo grado coi giudici che hanno poi ribaltato in appello ma senza motivare la scelta. E quando il pensiero il giudicante è assente, difficile chiamare sentenza questa pronuncia.

E IO, INTANTO, PAGO.. MA SI SPERA NEI RICORSI - Avendo torto ora il contribuente è costretto ad iniziare a pagare. La speranza è che i giudici ammettano la possibilità di ricorrere sia in Cassazione sia alla Corte di Giustizia europea. In questo modo si potrebbe mettere una parola fine anche sulle tasse sulla vincite ottenute a Las Vegas o negli Usa in generale.

Sì perché, pur avendo ottenute diverse vittorie su altri casi simili (ma con importi magari inferiori) e pur essendo chiari i principi internazionali sia a livello di diritti Ue e Usa che a livello fiscale e contabile, questa sconfitta rimette in gioco tutto.

Per quello il consiglio da dare è sempre di affrontare il caso personale con un esperto, perché anche l’Agenzia delle entrate, cui comunque alcune cose non vanno a genio, può cambiare parere da caso a caso. L’applicazione del diritto Ue anche a paesi terzi è un principio già valido in diverse pronunce ma l’Ade tiene sempre a dare prevalenza alla normativa nazionale. Per questo servirebbe una chiarezza definitiva su questi temi. Ma per averla, dalla Suprema Corte di Cassazione o dalla Cge, potrebbero volerci dai 6 agli 8 anni e, nel frattempo, anche se il contribuente potrebbe essere ristorato, la sua vita nel frattempo sarebbe oberata dalle tasse da pagare e dalla totale incertezza dell’esito del ricorso.

COSA ACCADE ORA E COME FINISCE QUESTA STORIA? - Quindi, ricapitolando, pur avendo ragione a livello internazionale, il player potrebbe vedersi capovolto il risultato nel giro di qualche grado di giudizio a livello nazionale.
Cosa fare se si è adesso a Las Vegas? Per le vincite superiori ai 10.000 c’è l’obbligo di dichiarazione e, ovviamente la segnalazione se vengono erogate con bonifico bancario. Poi, pur essendoci molte norme e precedenti a favore, è sempre bene far esaminare la questione ad un tecnico di fiducia.
Solo quando la sentenza di questo caso arriverà in Cassazione o in Corte Europea potremmo avere la definizione anche di questa fattispecie. Intanto, però, il contribuente deve pagare compromettendo anche il suo percorso di vita da qui a 8 anni. E se poi dovesse avere ragione? Chi paga dall’altra parte?

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