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Brunato (Poker Director King's Resort): 'Tda fondamentale ma ecco come lo adattiamo ai nostri field'

14 settembre 2019 - 09:51

Federico Brunato, Poker Director del King's Resort di Rozvadov, analizza le ultime discussioni sulle regole tecniche della Tournament Director Association. 

Scritto da Cesare Antonini

Con cadenza biennale si tiene a Las Vegas il meeting della Tournament Director Association. E nell’edizione di luglio 2019 non poteva mancare il Poker Director di una delle realtà più grandi del mondo, il King’s Resort di Rozvadov che ha ospitato (e ospiterà prossimamente nel mese di novembre dal 6 all'11), l’Italian Poker Sport di Euro Rounders. Stiamo parlando ovviamente di Federico Brunato che, partecipando al meeting in questione, è partito da un presupposto ben preciso: “Stiamo cercando di rispettare tutto quello che c’è scritto su un documento molto importante per il poker live. Tuttavia - spiega Brunato - ci sono alcune regole che non si adattano alla perfezione alla nostra realtà e ci sentiamo liberi di adattarle come accade dappertutto”. 

Con l’analisi del Tda si parte dalla regola dello shuffle della prima carta: “Noi utilizziamo questa anche se il Tda indica l’ultima carta distribuita. Cioè i giocatori che non sono seduti alla distribuzione della prima carta si ritroveranno la mano foldata. Il Tda sembra dare prevalenza all’ultima carta per favorire i player che giocano gli high roller che giocano in maniera più rilassata e confortevole. Per i nostri field spesso numerosissimi, la regola della prima carta è necessaria perché con migliaia di entries siamo costretti ad adottarla così. Ad esempio in zona bolla è qualcosa che fa la differenza e aiuta a migliorare la qualità del torneo per floorman, dealer ma anche per i players stessi. Cerchiamo di trovare l’armonia con le regole generali ma, come in questo caso, dobbiamo seguire un’altra linea”. 

Il Big Blind Ante ha interessato due ore di discussione: “Abbiamo capito che ormai il 90% delle organizzazioni usa il Bba come noi del resto. E’ il più moderno e il miglior metodo che non snatura il gioco in sé. In tanti usano ancora l’ante classico o il button ante ma il Bba, come detto, ormai si è imposto. La discussione si è arenata sull’utilizzo del Bba pieno o vuoto. Se vedo l’esperienza dell’ante normale e analizzo matematicamente il caso, secondo noi è giusto lasciare l’ammontare normale sia se il tavolo è full ring sia quando si riduce. In questo modo è giusto per tutti e, eccezion fatta per la fase finale, se i tavoli sono bilanciati bene non dovrebbero esserci problemi o disparità di spesa in chips”. 

Sull’action quali effetti registrate? “Per noi è perfetto il Bba. Avendo il tv table fisso, l’action sembra avere effetti decisamente positivi. ovviamente più il pot è grande e meglio è. Tutti i piatti diventano combattuti”. 

Un altro pezzo importante della discussione ha riguardato l’annuncio delle puntate da parte del dealer: “C’è stata una fase in cui le puntate non venivano annunciate e specificate dal dealer. Adesso c’è l’indicazione di annunciarle sempre. Parliamo di tutte le scommesse, sia le bet che i raise. E’ un modo per velocizzare il gioco visto che il player non dovrà chiedere sempre quant’è e passerà subito alla decisione sull’action da fare nella mano. Diverso il ragionamento sull’All in - specifica Brunato - specie quando li stack sono enormi conviene che il dealer aspetti la richiesta del conteggio delle chips così da non perdere tempo di gioco nel calcolare l’importo totale dell’azione”. 
Su questo tema viene da pensare al colpo decisivo che azzoppò Dario Sammartino nel late stage del main Wsop: “Il ruling dei tre floorman intervenuti con la supervisione di Jack Effel - analizza il Poker Director del King’s - è sempre complesso da prendere ma era giusto. I giocatori devono stare attenti a tutto ed è sempre meglio prima assicurarsi degli importi ingaggiati nella mano per essere sicuri di quello che si sta giocando. Decisioni del genere capitano e le ho prese anche io anche se agli ultimi due tavoli delle World Series è un po’ diverso”, sorride e conclude Federico Brunato.

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