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Altro scandalo per Phil Ivey: truffa al mini baccarat per 9,6 milioni ad Atlantic City

12 aprile 2014 - 10:34

Phil Ivey è stato citato presso la federal court di Borgata ad Atlantic City per una presunta truffa al mini-baccarat che avrebbe permesso al giocatore di poker Usa di vincere ben 9,6 milioni di dollari nel 2012. Il casinò, che è al 50 percento di proprietà ed è gestito da Boyd Gaming Corp, sostiene che Ivey abbia sfruttato un difetto delle carte da gioco attraverso una speciale manipolazione del dealer che egli stesso aveva richiesto di avere al tavolo. In pratica Ivey si sarebbe servito di un socio che parlava in 'cinese mandarino' con il dealer e riusciva quindi a capire quando puntare e come condurre il gioco. La denuncia è stata depositata mercoledì presso la U.S. District Court del New Jersey. L'accusa è quella di 'edge sorting' e viola le regole del gioco dei casinò del New Jersey. Ovviamente è tutto da dimostrare ma Ivey richiese al dealer di dare le carte in un certo modo con la giustificazione di essere molto superstizioso. Le carte erano difettose e sono state prodotte da Gemaco Inc del Kansas City. Grazie alla distribuzione delle stesse Ivey avrebbe quindi ottenuto un vantaggio sleale nel gioco contro il banco e sarebbe per questo sanzionabile e perseguibile nelle sedi opportune. Le puntate di Ivey erano tra i 25.000 e i 100.000 dollari e tra aprile e ottone del 2012 avrebbe vinto 9,6 milioni di dollari. Il 'Tiger Woods del poker' purtroppo non è nuovo a questi fatti visto che, sempre nel 2012, venne denunciato dal casinò inglese Crockfords di proprietà della Genting Group anche qui per una presunta truffa al Punto Banco. In questo caso Ivey si è visto trattenere ben 12 milioni di dollari di vincite e anche a Londra aveva con se un complice, una donna baro professionista.

Scritto da Ca
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