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Adderall, anfetamine e cocaina, il 90% dei poker players high stakes ne fa uso

02 gennaio 2017 - 13:01

L'utilizzo diffuso di anfetamine, medicinali e droghe al tavolo da poker riapre il dibattito di un regolamento antidoping nei tornei live. 

Scritto da Cesare Antonini

I maggiori giocatori dei tornei di poker live ad alto buy in fanno uso di Adderall, un farmaco legale e soggetto a prescrizione medica ma che in molti accomunano ad alcune droghe sintetiche e, se usata in dosi massicce, può avere anche pericolosi effetti collaterali.
A rivelare l'evelato numero di high rollers consumatori di questa sostanza che contiene una buona percentuale di anfetamina, è stato il giocatore argentino Nacho Barbero che ha rilasciato una lunga intervista al podcast di CardPlayerLA, uno dei portali di riferimento nel poker in Argentina. All'interno di molti temi trattati, dai suoi inizi alla tripletta di vittorie al Lapt, ai giochi alternativi, Nacho non si è di certo nascosto tirando fuori molti argomenti polemici.

Il giornalista l'ha stimolato chiedendo se è vero che i reg high roller consumino 'Adderall'. Si tratta di un farmaco soggetto a prescrizione medica che viene utilizzato per la cura dell'ADHD (disturbo da deficit d'attenzione e iperattività) nei bambini e negli adulti. Il farmaco è uno stimolante del sistema nervoso centrale che migliora l'attenzione, la capacità organizzativa e le prestazioni nelle persone che hanno un problema cronico nel mantenere la concentrazione. L'Adderall contiene anfetamina, che può dare assuefazione. Dovrebbe essere assunto solo dalla persona alla quale è stato prescritto. E per presciverlo serve un disturbo accertato probabilmente non solo dal medico curante ma anche da uno psichiatra.
La risposta di Barbero scatenata tutta una serie di riflessioni visto che, secondo il player argentino, a farne uso sarebbe il 90 percento dei giocatori high stakes. Una dichiarazione molto forte, forse anche una mezza confessione? Di certo un utilizzo così smodato potrebbe anche aver generato uno spaccio di questo farmaco legale ma anche 'letale' se utilizzato in maniera sconsiderata.
Vi sono molti effetti collaterali a breve e lungo termine associati con l'Adderall. Tra quelli a breve termine vi sono il nervosismo, un calo dell'appetito, la perdita di peso, il mal di testa, la difficoltà nel prendere sonno e la nausea. Quelli a lungo termine includono irregolarità nel battito cardiaco, fiato corto, affaticamenti e crisi epilettiche.
I farmaci stimolanti non dovrebbero essere utilizzati abitualmente e per chi ha qualche disturbo cardiovascolare i rischi potrebbero aumentare ancora di più.
Barbero dice di essere consapevole degli effetti positivi ma anche di quelli negativi. L'Adderall toglie il sonno ma è uno stimolante che può migliorare le capacità cognitive e dell'attenzione anche fino al 20 per cento. Tantissimo per chi, comunque, sta giocando tantissime ore al tavolo da gioco per cifre e premi molto alti.
Poker Red ha raccolto alcune reazioni come quella di Sergio Aido che assicura "di non aver preso mai nulla per giocare. In realtà sono un disastro nella fase di preparazione fisica e mentale. Tuttavia nelle lunghe sessioni di cash game a Macao ho nostato che molti reg forse usano qualcosa".
David Càmara, altro player spagnolo si chiede fino a che punto sia legale e morale oltre che dannoso assumere sostanze del genere, seppur legali, e poi sedersi anche al tavolo da gioco.
Javier Etayo solleva un punto che ogni tanto rispunta fuori nel poker: "Non essendoci regolamentazione giuridica è ovviamente legale. In qualsiasi altra competizione però, sarebbe stato punito, a mio parere".
Ecco, il punto è proprio questo: fino a che punto si può percepire il vantaggio dell'assunzione di sostanze droganti o dopanti. E' idoneo stilare un regolamento antidoping per una disciplina in cui comunque una buona parte di alea influisce? Se Adderall, anfetamina, cocaina e altre sostanze migliorano la percentuale d'attenzione e le capacità cognitiva probabilmente si ottiene un vantaggio che può oscillare dal 5 al 10%. Ma sempre e comunque nella parte in cui l'abilità può influire che, se fissiamo ad un ottimistico 60-65% riduce di molto i vantaggi che si assumono dall'assunzione di queste sostanze. Diciamo al massimo un 3-6% su tutto il gioco. E stiamo sempre parlando per ipotesi e calcoli tutt'altro che certi.
Il discorso cambia ad alti livelli dove alcuni vantaggi possono spostare cifre ancora più importanti.
Il dibattito è aperto, da tempo, ma arrivare ad un regolamento mondiale antidoping sul poker sembra follia. E poi, chi lo dovrebbe e potrebbe scrivere?

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