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Guy Laliberté in manette: utilizzava il suo atollo per coltivare cannabis

13 novembre 2019 - 17:39

Guy Laliberté arrestato per vendita e traffico di droga in Polinesia. La difesa dice che è per uso personale e scopo terapeutico. 

Scritto da Ca

Nel suo Canada è legale ma in Polinesia no. Anche se si trova nel suo atollo privato. E che Guy Laliberté dia lavoro a 5.000 persone tramite il suo Cirque du Soleil o doni milioni di dollari a chi non ha acqua nel mondo grazie ai suoi tornei di poker Big One for One Drop, poco è interessato alle autorità della Polinesia. L’ex mangiafuoco sessantenne è stato arrestato e accusato per vendita o traffico di marijuana proprio nel suo isolotto. A poco pare sia valsa la vacua difesa che avrebbe ricorso all’uso “personale e terapeutico”. 

Dall’altro lato pensare ad una coltivazione per business sembra assurdo vista l’elevatissima reputation di monsieur Laliberté. 

Come riportano i giornali di mezzo mondo, è stato arrestato appena sceso dall’aereo, in uno dei luoghi più remoti del mondo. Guy Laliberté, è stato fermato dai gendarmi della Polinesia Francese, una galassia di isole e atolli sparsi per duemila chilometri nell’oceano Pacifico, il paradiso di Tahiti e Bora Bora, arcipelaghi disabitati e coralli ancora intatti. Un pezzo di questo paradiso terrestre è proprio suo. Come detto l’accusa e l’arresto preventivo sarebbe basato, almeno secondo quanto riporta, la tv Polynesie Première, è traffico e vendita di droga. Il magnate è stato intercettato mentre era diretto al suo buen retiro di Nukutepipi. un piccolo atollo privato nell’arcipelago di Tuamotu.

Ad essere coltivata sarebbe la pakalolo, la cannabis, locale e il lavoro avviene in un’area riservata. La voce si sarebbe sparsa se rimbalzata di atollo in atollo fino alla gendarmeria. 

A tradire il numero uno del Cinque du Soleil sarebbero state alcune fotografie trovate sul telefonino di un parente fermato alcune settimane fa per possesso di cannabis.

L’accusa potrebbe presto cadere o costare salatissima a Laliberté. Il suo impero traballa? In apprensione, forse eccessiva ma giustificata, cinquemila lavoratori che animano 14 spettacoli in tournée e 10 spettacoli stabili. La cannabis piace al tycoon del Quebec:  l’anno scorso Lune Rouge è entrata anche nel business della marijuana acquistando il 13% dell’azienda 48North Cannabis con sede in Ontario (non in Polinesia).

Dallo spazio alle feste selvagge

Difficile anche che la sua immagine venga intaccata. Il Big One for One Drop potrebbe tornare nel 2020 visto che ha ormai preso il ritmo biennale. Sarebbe bello che, almeno ciò, non venisse intaccato e danneggiato da questo scivolone dello stimatissimo circense. 

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