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Che fine ha fatto Guy Laliberté? Per la cannabis rischia da una multa di 1.000 € a 10 anni di galera

20 novembre 2019 - 09:32

Cosa rischia Guy Laliberté dopo essere stato scoperto a coltivare cannabis in un atollo del Sud del Pacifico?

Scritto da Ca

Guy Laliberté sta marcendo in una prigione polinesiana per possesso e coltivazione di cannabis? O è sano e salvo a casa sua, in una delle sue tante ville e atolli che possiede? Il founder del Cirque du Soleil e patron dell'inizitiva Big One for One Drop, famosissima nel poker per aver organizzato il primo torneo live da 1 milione di dollari a scopo benefico, rischierebbe diverse accuse, 10 anni di galera e una multa "salatissima". Anche se qualcuno parla di poco più di mille euro.
Il caso ha fatto subito il giro del mondo vista la notorietà del personaggio, anche nel nostro settoreo, quello del poker. Tuttavia i media, hanno mollato la news, forse anche per una richiesta di riservatezza da parte dei legali dell'imprenditore e filantropo.
Ma cosa rischia in effetti Laliberté? Secondo alcuni dovrebbe affrontare una o più accuse nella Polinesia francese dopo che le autorità hanno scoperto che la marijuana veniva coltivata su un'isola privata che Guy possiede vicino a Tahiti.
Tuttavia Laliberté non sarebbe accusato di vendita o traffico di stupefacenti, e una dichiarazione rilasciata tramite la sua società, Lune Rouge, ha negato ulteriormente che aveva messo in piedi quell'ambaradan per ottenerne un profitto economico. Non sembra proprio il caso e non sembra proprio averne bisogno.

Altre ipotesi dicono che Laliberté potrebbe anche essere solo multato invece che condannato. Brividi? Stangata pazzesca? Macché, la multa più alta delle autorità polinesiani francesi potrebbe essere convertita in poco più di 1.000 euro.
Un cavillo che potrebbe complicare le cose potrebbe essere quello che le leggi francesi non fanno alcuna distinzione riguardo alla quantità della droga "leggera" illegale o dell'uso che se ne fa o per quale scopo si coltiva, il problema è anche solo strettamente il possesso.
Secondo la legge francese, rischia 10 anni di carcere se condannato. In pratica, tuttavia, i coltivatori di pakalolo, il nome polinesiano per cannabis, non vengono condannati al carcere per piccole quantità a meno che non siano recidivi.
"Questo caso è una banalità angosciante - ha commentato il legale di Laliberté Yves Piriou - il mio cliente trova le accuse piuttosto bizzaree". Ma fossimo in Guy non saremmo così sereni. In alcune legislazioni l'integrità morale e del rispetto delle regole rischia di essere paradossalmente più ferrea in confronto a stati di diritto più strutturati.

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