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Un modesto Brunson: 'Chip il migliore, poi Ivey ma giocate a poker per 65 anni ad alti livelli'

16 maggio 2020 - 10:22

Doyle Brunson ribadisce: 'Chip Reese il migliore, poi Ivey ma giocate a poker per 65 anni ad alti livelli per essere i migliori'. 

Scritto da Ca

“Il migliore di sempre? Chip Reese, poi Phil Ivey ma le loro carriere sono brevi. Provate a giocare high stakes per 65 anni, non credo che la maggior parte dei giocatori potrebbe farcela. Ho sempre detto che i giocatori iniziano a calare di rendimento quando compiono 50 anni”. Che Chip Reese fosse il miglior giocatore di poker mai esistito per Doyle Brunson si sapeva già. L’ha spesso detto e l’ha confermato in una recente intervista. Ma rispondendo in uno dei suoi tanti tweet in questi giorni escono fuori altri due elementi: che per lui Phil Ivey è uno dei migliori ma che, alla fine, è proprio lo stesso TexasDolly il più forte di sempre! Modestia portami via? Beh, in effetti anche noi abbiamo sempre pensato che in un professional poker player la longevità sia uno dei fattori principali per giudicare un giocatore. E Doyle ce l’ha.

Nick Schulman in una risposta gli fa notare che “duro che Phil possa giocare 65 anni visto che ne ha 43 adesso”. Un altro utente ribatte che potrebbe giocare fino ad 84 anni e che in realtà ha iniziato a 19. Ma per Brunson ci vogliono 65 anni di poker high stakes o comunque di professionismo per raggiungerlo nell’Olimpo dei players. Al di là di questi criteri soggettivi come si fa a non essere d’accordo con le valutazioni di un ottuagenario saggio e ancora in grande forma come Brunson?

Un utente spiega anche perché Reese era davvero fortissimo: “Non tiltava mai. A Chip bastava giocare il suo C Game per battere l’A game di quello di qualsiasi altro player. Giocava tutte le varianti e capiva come runnare su tutti i giochi. I businessmen amavano perdere contro Chip e anche Ivey lo considera il migliore di sempre”.

Stu Ungar in queste visioni sembra perdere colpi. Per i players di adesso? Bryn Kenney promette molto bene, così come Justin Bonomo ma i nomi sono tantissimi e non si può fare una valutazione solo sui super high roller che limitano le qualità dei players a field spesso troppo uguali a se stessi e non offrono uno spettro di valutazione ampio di questi campioni. Il tempo ci dirà chi potrà imprimere il suo nome nel mito come Chip Reese e Doyle Brunson.

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