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Casinò tra Covid e fallimenti, il poker live trema

05 settembre 2020 - 10:09

I tornei di poker live nei casinò italiani messi a rischio non solo dal Covid, ma pure delle istanze di fallimento.

Scritto da Anna Maria Rengo

Un casinò chiuso dal 27 luglio del 2018 e un altro su cui pendono ben due istanze di fallimento. E come se non bastasse, il Covid-19 tutt'altro che debellato e che impone serie restrizioni. C'è davvero poco per cui stare allegro, per il poker live ospitato nei casinò tricolori sia nella sua "consueta" modalità cash che per quanto riguarda i tornei, in grado, nei "bei" tempi andati, di richiamare centinaia se non migliaia di player.

Il futuro del Casinò di Campione d'Italia è infatti quanto mai incerto, soprattutto dopo che il Viminale, rispondendo in merito all'attuazione data all'ordine del giorno del deputato leghista Simone Billi che sollecitava azioni per poterlo riaprire, ha affermato che qualsiasi strada percorribile deve prima aspettare la conlcusione dell'iter fallimentare della vecchia società di gestione, di cui si sta occupando, ma con i suoi tempi, la Corte di Cassazione.

Una risposta che ha fortemente preoccupato i campionesi e anche i poker player, vista l'incredibile potenza di una delle case da gioco principali in Europa che ora rischia di morire. Lì si sono tenuti dal 2008-2009, gli anni del boom del poker live e del poker online punto it, i principali eventi mai organizzati nel nostro Paese insieme all'Ept di Sanremo. Per numeri e qualità. Tuttavia, un segnale di speranza viene da uno dei candidati a sindaco, Roberto Canesi, secondo il quale si potrebbe cercare di risanare l'attuale società di gestione, il che ovviamente semplificherebbe e accelererebbe i tempi di una eventuale riapertura anche se, fa notare l'altro sfidante, Simone Verda, l'eventuale apporto di capitale da parte di un privato necessiterebbe di un iter parlamentare.
Insomma: i due candidati a sindaco premono fortemente per poter riaprire al più presto la sede, ma le "carte", per restare in ambito pokeristico, non sono solo in mani loro. Anche la giustizia e la politica nazionale giocano questa partita, che avrà esiti auspicati, ma non necessariamente prevedibili.

 

Il fatto che Campione non ospiti più tornei di poker da due anni non beneficia particolarmente neanche il vicino Casinò di Lugano. Lì ci sarà l'importante Ipo Master dal 7 al 13 settembre ma per spazi, forze e dimensioni logistiche, il casinò dall'altra parte del lago non riuscirà ad essere un'alternativa al casinò di Campione per il poker live. 
Il vuoto lasciato da Campione e le limitazioni del Covid-19 rischiano dunque di dare un colpo mortale al poker live in Italia ancora per tanti mesi. 

Tuttavia tra Venezia e Sanremo, seppur con plexiglas, mascherine e rigide norme di sicurezza anti Covid-19, i players hanno ripreso a giocare. Qualche speranza di ripresa c'è, a patto che il virus scemi piano piano fino all'avvento del vaccino. Ma intanto, la prossima sfida aspetta un'altra location prestigiosa per il poker live: il Saint Vincent Resort & Casino. L'8 settembre ci sarà infatti l'udienza pre-fallimentare, una istanza presentata dalla Procura di Aosta e che è diventata minacciosa realtà dopo che la Corte d'appello di Torino ha disposto la revoca del decreto di omologa del concordato della società di gestione. E, altro colpo di scena di questa settimana, altri due creditori hanno presentato istanza di fallimento: uno è la società Valcolor, l'altro è la De Vere, quella stessa società che, durante la gestione dell'amministratore unico Giulio Di Matteo, si occupava tra le altre cose di organizzare i tornei di poker presso al Casa da gioco valdostana. De Vere vanta crediti accertati per 300mila euro, e per altri 9 milioni di euro è in corso un accertamento da parte del tribunale civile.

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