Il dramma di Eugene Katchalov via da Kiev con la famiglia: 'Sono quasi al confine, una fuga infinita'

“Mi sono appena fermato a quella che si spera sia la nostra ultima stazione di servizio in Ucraina. C’è ancora molta strada da fare, 5-6 ore, ma almeno non ci sono più grandi città”.  Sono le parole di Eugene Katchalov, poker pro e ora anche investitore nel settore degli eSports, ucraino e che risiedeva in questo momento nella sua città Natale che, però, sta lasciando con la famiglia. L’idea è quella di lasciare il Paese per proteggersi in una fase davvero drammatica del conflitto. Al di là delle ragioni e delle complessità geopolitiche che non analizziamo di certo qui, il problema è che su Kiev si è scatenata una guerra vera. E non solo di bombardamenti ma anche di guerriglia a terra con cittadini armati d’emergenza.

Il primo tweet di Katchalov era drammatico: “Ehi ragazzi, sono a Kiev. Mi sono svegliato al suono di un'esplosione lontana e ho deciso di lasciare la città con mia moglie. Ci siamo ritrovati in un piccolo villaggio con alcuni amici per decidere i prossimi passi”.

Addirittura la famiglia della “moglie si sta riparando nel seminterrato del loro condominio a Kharkiv. E un enorme missile è appena atterrato sull'asfalto a 50 metri di distanza. Non è esploso e sta letteralmente sporgendo verticalmente”.

Parole che restituiscono immagini pazzesche che, nella nostra epoca, eravamo ormai abituati a vedere in piccole guerre e non certo a due passi dall’Europa.

E anche la fuga non è stata facile visto che da Kiev c’è voluto davvero tanto per Eugene che, nonostante tutto, pare mantenere il suo proverbiale mindset: “Non sono affamato, non sono assetato e non sono stanco nemmeno dopo tutte queste ore di guida. Incredibile come il tuo corpo produca naturalmente Cortezol e ti tenga concentrato sull'unica missione: arrivare al confine”.