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Marco Trucco lascia The Stars Group: 'Cinque anni e mezzo splendidi, pronto a nuove sfide'

02 marzo 2020 - 08:33

Marco Trucco, dal primo marzo, non è più un manager di The Stars Group e spiega a Gioconewspoker le ragioni del suo addio e le prospettive future. 

Scritto da Cesare Antonini

L'Italia perde un punto di riferimento importante nella poker room online che rimane la leader mondiale su questo particolare segmento di mercato ma si rimette su piazza una competenza e una capacità che potrebbe tornare presto al lavoro e contribuire alla crescita (o alla ripresa?) del gioco più amato dagli italiani. Marco Trucco ha lasciato PokerStars. La news era nell'aria da un pezzo ma, per estremo rispetto, l'abbiamo "embargata" volentieri. Da oggi, però, l'ex manager della room dalla "picca rossa" ha voluto parlare e spiegare tutto con la massima serenità a Gioconewspoker.it.
Da cosa dipende l’uscita da The Stars Group? C’entra il divieto di pubblicità? "No. Ho iniziato come country manager per l’Italia ma poi ho acquisito sempre più responsabilità e da anni il mio ruolo in Stars era la gestione del marketing globale. Certamente ho sempre avuto un occhio di riguardo per l’Italia ma la mia uscita non significa che Stars voglia ridurre il suo impegno sul mercato. Semplicemente, sono rimasto in azienda per 5 anni e mezzo, tra Malta e l’Isola di Man, facendo la mia parte nel trasformare quella che era “solo” PokerStars in un leader globale su tutti i fronti del settore. Sono stati anni intensi, ho dato molto e imparato altrettanto, e per una serie di motivi anche personali è il momento giusto per portare tutta quest’esperienza in un’altra realtà, pur rimanendo in ottimi rapporti col mondo Stars".

Dove pensi di aver fatto bene e dove, magari, di aver anche sbagliato? "Sull’Italia i numeri parlano da sé - spiega Marco Trucco - proprio nessuno si aspettava che PokerStars diventasse il leader sul Casinò, e senza investimenti in acquisizione. Credo che il lancio del Casinò e dello Sport con questi numeri sia il mio principale risultato del periodo in cui mi occupavo esclusivamente dell’Italia. Inoltre questo è stato fatto senza sacrificare i margini del poker.
Il mio lavoro sugli altri mercati magari qui interessa meno, ma sono particolarmente orgoglioso dei risultati ottenuti con le campagne locali che ho fatto in mercati grandi ma difficili come Russia e Germania, e soprattutto dell’aver guidato un gruppo di Country Manager in tutto il mondo in grado di indirizzare profondamente la strategia del gruppo, ottimizzare e gestire un budget enorme e nello stesso tempo risolvere innumerevoli cambiamenti. Tra gli sbagli posso rivelare quello di aver insistito con Adm per diversi mesi per far entrare il poker nella shared liquidity globale “.com” invece che portare a casa subito quella con Francia e Spagna, che sembrava limitativa. Così è stato dato tempo ai competitor di boicottare tutto inventando ad arte problemi inesistenti. Ma in ogni caso ora ci sono nuovamente le condizioni perché l’Italia entri nella shared col Sud Europa quest’anno".

Come vedi il futuro del mercato italiano dell’online? "Se il divieto di pubblicità non sarà demolito dai tribunali prima della gara per le nuove 40 concessioni (a 2.5 milioni di euro l’una) ci sarà un collasso dell’offerta legale online in termini di concorrenza. Purtroppo in Italia in queste condizioni non avviene un consolidamento sano, ma tendono a fiorire gli escamotage, gli accrocchi ibridi, le furbate borderline, e queste raramente sono messe in campo dagli operatori internazionali più innovativi e avanzati del settore. Finirà - prosegue Trucco - che invece di esserci competizione trasparente sul prodotto e sul brand che avvantaggia il consumatore ci sarà di nuovo un grosso mercato legale ma grigio con ottime rendite di posizione per chi è disponibile a inventarsi sotterfugi. Oltre che naturalmente il ritorno del gioco irregolare. Per le migliori aziende italiane non vedo altra scelta che puntare sull’espansione all’estero".

La grande curiosità è quindi adesso, dove si collocherà la professionalità di Marco Trucco? "Devo ancora decidere. Ho un breve periodo di “non competizione” e mi serve per recuperare lo studio di alcune aree di business su cui c’è stata più innovazione, e non sempre stando in azienda riesci a vedere il panorama completo. Sono anche contento di essere l’unico manager del gioco online ad aver fatto l’Executive Development Program del Gaming Institute dell’Università del Nevada dove mi sono confrontato con i top executive del gambling land based americano. Ho imparato molto ma sull’online erano altrettanto interessati loro a parlare con me. Quindi mi sento prontissimo a nuove sfide ad ogni livello. Di certo amo il gaming e ci sono molte realtà belle e ambiziose, quindi rimanerrò nel settore sicuramente scegliendo un progetto in cui credo", conclude.

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