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Bill Perkins apre la polemica del momento: al centro le poker app e un super pro

25 maggio 2020 - 09:29

Il milionario Bill Perkins apre con un tweet il flame del momento: al centro le poker app e un super pro che l'avrebbe ingannato spacciandoci per fish. 

Scritto da Cesare Antonini

Bill Perkins lancia il sasso e non nasconde la mano, ma non fa (ancora) nomi anche se traccia i contorni precisi della truffa che avrebbe subìto. In queste ore (stanno ancora flammando) su Twitter, circa un primo lancio del miliardario americano con la passione per il poker che aveva detto: “E’ in corso una truffa nel poker che farebbe sembrare lo scandalo di Mike Postle una roba da oratorio (lui ha scritto Church service, a noi suona bene così, ndr). E’ davvero difficile girare la testa dall’altra parte. Sono molto deluso da alcune persone. Alcuni che chiameresti poker heroes. Una persona/pro ha mostrato integrità mentre altri hanno fallito miseramente”.

Questa la prima bomba che ha scatenato le prime reazioni. A chi si riferiva Bill? Joey Ingram ha subito risposto, Doug Polk pure. Ma continuiamo a capirci qualcosa di più. Innanzitutto come era strutturata questa truffa? Molto semplice: in pratica Perkins sarebbe stato invitato in una partita di poker online privata ma forse hanno scelto il “pollo” sbagliato. Infatti Perkins non c’ha messo tantissimo per capire che dietro un account di un amico contro cui stava giocando c’era un “super pro of pros”, un super campione, insomma.

Al centro del problema ci sarebbero le ormai famigerate “app” dove i controlli sono limitati e i problemi legati alla sicurezza sono davvero elevati. Un utente scrive a Bill: “Non voglio dire che quello che ti è successo non sia ingiusto. L’integrità è la cosa più importante ma devi conoscere i rischi connessi a quanto giochi su una app ‘underground/sketchy’”.

Pronta la risposta di Perkins: “Era un gioco privato su invito quindi il professionista non è neanche la persona che ha sbagliato di più imho. Immagina che tu e i tuoi amici giochiate su una app solo su invito e un vostro amico invitasse un top reg”. Sì, in effetti la situazione è spiacevole.

Subito smentito, come alcuni avevano invece ipotizzato, che il super pro non era Jason Koon. Ma c’entrava comunque: “Posso dire che Koon era il pro tentato da questa storia ma che ha agito con integrità. Mi è sempre piaciuto Jason e ora lo amo. Quindi smettete di speculare su di lui. Sto ancora investigando e non sono pronto ad approfondire. Come ho detto difficilmente girerò la testa dall’alta parte”.

Perkins ha chiaro altri dettagli. Il gioco era privato, la app scaricata da amici, i pro giocano come se fossero fish account e pare che la prova della truffa sia addirittura una confessione diretta, dal vivo.

Anche Polk è intervenuto quasi come a scacciare i sospetti su di lui. Ma in generale il pensiero è semplice: Perkins sembra navigare nel buio nella sua “investigazione” ma ha capito di essere stato tradito e questo, giustamente, gli brucia. Anche se Polk lo spiazza: “Hai realizzato che questo tipo di cose possono accadere solo sulle app”.

Perkins apre una discussione molto ampia che sembra però non spiazzare nessuno: quando giochi su una app in certi field ti puoi aspettare grossi guadagni ma anche di incorrere in altrettanto evidenti rischi.
Bill dichiara anche di aver vinto su queste partite ma che la truffa va avanti da tempo e andrebbe fermata. I nomi, alla fine, non sono arrivati ma la cerchia dei super pro non è poi così ampio e dobbiamo già scartare Jason Koon e altri. La storia avrà aggiornamenti continui se è vero che Perkins non metterà la testa sotto la sabbia. Ma come commenta qualche utente: “Sapete a quali rischi andate incontro quando vi sedete ad alcuni tavoli online”. La domanda è ovvia: perché si continuano a giocare alcune partite?

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