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Il Covid cambia la percezione del poker: il momento per diventare pro

15 luglio 2020 - 10:56

In un articolo di Paul Seaton pubblicato sul portale specializzato Calvinayre si propone una riflessione sulle nuove opportunità nel poker dopo la pandemia.

Scritto da Vincenzo Giacometti

 

Per molti, il blocco globale del Coronavirus ha comportato un enorme cambiamento nel lavoro, nella salute e nella vita in generale. Le restrizioni imposte nei luoghi di lavoro, nella libertà pubblica generale e persino dei contatti familiari, hanno rappresentato – e rappresentano ancor oggi - un grande cambiamento nelle routine di milioni di persone. In tutto il mondo.
In questo nuovo paradigma, i giocatori di poker, che hanno sempre avuto quello che potrebbe essere definito uno stile di vita “alternativo”, potrebbe essere avvantaggiati. O, almeno, possono apparire meno sconvolti rispetto a tanti altri professionisti o ad altre categorie di persone. Come noto, infatti, i giocatori di poker si alzano nei momenti più strani, lavorano lunghe ore in solitudine o per lo più da casa e fanno affidamento su un segnale WiFi, che deve essere necessariamente potente per assicurargli una proficua (e spesso florida) attività.

Condizioni ideali per una vita in lockdown, verrebbe da dire. Se non fosse, tuttavia, per la mancanza, comunque non banale, degli eventi live, che per la maggior parte dei giocatori professionisti rappresentano comunque il momento topico della propria attività. In ogni caso, ciò che è evidente, è che il periodo di reclusione a cui ci ha costretto il virus risulta senza dubbio più facilmente accettabile da un giocatore di poker? E' altrettanto evidente quando si vedono giocatori come Ryan Depaulo, impegnati a giocare ovunque si riesca a trovare il segnale WiFi, anche se si tratta di un parcheggio di Whole Foods.

 
LE VIRTU' DEI POKER PLAYER - Ma la vera virtù sta nelle cosiddette “skills” che il giocatore di poker professionista deve possedere e che diventano strategiche in periodi di pandemia e di lockdown. Giocare a poker da casa richiede una mentalità di "blocco" in quanto non si può lasciare il computer per più di cinque minuti ogni ora, si ha bisogno di una messa a fuoco implacabile e occorre sentirsi a proprio agio anche nel lavorare sotto pressione. Tutte virtù che se già possono rivelarsi utili in un periodo di normalità, figuriamoci in una fase di lockdown. E che ora possono essere sdoganate o, comunque, più facilmente apprezzate anche dalla massa. Oggi, infatti, giocare a poker da casa, come lavorare da casa in qualsiasi forma, è qualcosa per cui la percezione globale è cambiata. Molte grandi aziende si sono rese conto durante il blocco che la spesa di una vasta parte dei loro profitti su un ufficio o una sede “fisica” ha sottratto denaro dalla colonna dei profitti. Durante il blocco, hanno visto che gli stessi dipendenti possono farcela da casa, possono ancora lavorare al meglio delle loro capacità perché i loro lavori dipendono da esso.
Lavorare da casa, rispettare un preciso orario e organizzare un programma personale di lavoro è qualcosa che i giocatori di poker fanno tutto l'anno, da sempre.
 
TORNA IL SOGNO DEL POKER? - Non solo. La percezione che si aveva del poker prima della pandemia poteva essere molto diversa rispetto a quella di oggi anche per un genitore. Se tuo figlio o tua figlia ha lasciato l'università e ti hanno detto che il loro hobby per fare soldi è quello di giocare a poker e che vuole sviluppare questo hobby in una carriera, prima del blocco, probabilmente, ti saresti decisamente preoccupato. Il post-lockdown, tuttavia, senza alcun segno immediato di un vaccino che possa porre fine a questo stile di vita limitato, riesce a dare un senso anche a questa idea apparentemente stramba. Ecco quindi che molti giovani, oggi, potrebbe rispolverare il sogno di diventare poker player, come è accaduto per una buona detta della precedente generazione, sulla spinta del fascino del Texas Hold'em. E anche se il fenomeno del momento sembra essere più rappresentato dagli esports che dal poker, ormai in fase calante, è pur vero che quest'ultimo offre comunque un sistema più che consolidato dal punto di vista dei guadagni e della sicurezza, più che dello show business, garantendo maggiori certezze e, forse, anche più ampie opportunità di guadagno.
 
LA DURA VITA DEL PRO – Anche se, va detto, lo sviluppo come giocatore di poker professionista non è mai stato più difficile, per molti aspetti. Gli avversari sono duri, ci sono professionisti che hanno già iniziato alla grande la loro carriera nel poker e ci sono ostacoli da superare mentre si combatte per ottenere un profitto regolare. Ma da un altro punto di vista, non è mai stato più facile di oggi iniziare una carriera di questo tipo. Del resto, ci sono enormi quantità di informazioni a portata di mano su cui fare affidamento, con podcast, video di formazione, allenatori e incentivi da utilizzare nella tua offerta per essere i migliori. Con enormi serie online organizzate durante l'estate e oltre da società come PokerStars, GGPoker e WSOP, nonché partypoker e 888poker. Giocare a poker durante il lockdown, quindi, potrebbe portare a un migliore godimento del gioco in un mondo anche dopo il Coronavirus.
Per questo, il momento giusto per tentare la carriera da “pro” è adesso: senza rimandare le proprie ambizioni nel poker a quando "tutto sarà finito", perché bisogna sempre cogliere la rosa quando è il momento e – soprattutto - non ci potrebbe essere un momento migliore per giocare a poker con regolarità e continuità come quello attuale.

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