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Fantasyteam.it, tra le top poker room 'dot it', il Ceo Caramatti tra presente e tanto futuro

09 aprile 2021 - 09:32

Niccolò Caramatti, Ceo di Fantasyteam.it e il punto sul poker online della sua concessionaria che è tra i primi operatori d'Italia.

Scritto da Cesare Antonini

"Il grande vantaggio che hanno i poker players che giocano su FANTASYTEAM.it è che possono parlare direttamente col Ceo, col primo responsabile della room per contribuire a migliorare la piattaforma e l’offerta di gioco, per segnalare irregolarità e perché no raccontare anche le mani giocate. Per il futuro, poi, abbiamo molte idee per far continuare la crescita della raccolta dopo il nuovo boom dell'ultimo anno"

A parlare è Niccolò Caramatti. Sappiamo già qual è il suo ruolo in FANTASYTEAM.it ma lo ricordiamo pure come uno dei primi volti del settore: “Mi piace sempre ricordare che sono stato uno dei primissimi a lanciare il poker online in Italia visto che nel 2008 ero già testimonial e consulente di Bwin quando, appunto, c’eravamo solo noi e Giocodigitale. E questa esperienza e l’amore per questo gioco mi ha portato sempre a seguirlo da vicino anche quando Fantasyteam ha lanciato tutti i verticali di gioco punto it”.

E come vanno le cose? “Fantasyteam ha quota molto importante nel poker italiano, rappresenta una voce molto forte all’interno del circuito iPoker che è appena dietro la leader del mercato e noi possiamo considerarci tra i primi 4-5 operatori d’Italia. Nonostante il poker ormai non sia più core business per nessuno ma gli abbiamo voluto dare un’attenzione speciale come se fosse il primo prodotto. I giocatori che sono da noi si trovano molto bene perché l’idea è quella di portargli la mia esperienza e offrire un contatto diretto coi reg. Nonostante il tempo sia sempre poco visti i miei impegni, adoro passare le giornate a discutere coi players, anche in maniera concitata, magari, e poi sento anche i racconti delle mani, delle bad beat, dei downswing e do anche consigli importanti”. Il “banco” che offre consigli ai suoi players! Nel poker è diverso ma quest’esperienza è davvero unica.

Un segnale importante per molti concorrenti: “Siamo su un network come iPoker che è molto grande ed ha una struttura complessa ma noi cerchiamo lo stesso di avere un rapporto diretto grazie all’ottimo team di lavoro perché vogliamo avere una piattaforma più pulita possibile per cancellare qualsiasi forma di gioco sleale e bloccare sul nascere comportamenti di questo tipo. I players apprezzano questo perché sanno che i loro feedback possono servire davvero a migliorare le cose e che c’è serietà alle loro spalle. E’ importante anche che gli utenti abbiano grande consapevolezza dell’infrastruttura su cui giocano. In molti non sanno neanche la differenza tra una skin e una room e un network. Per non parlare poi della giungla di agenti e subagenti che noi evitiamo da sempre”.

Il poker è ancora molto importante per il gaming in generale? “Noi siamo soddisfatti perché i numeri sono molto alti anche se rimane un gioco a bassa marginalità. E’ importante per il branding - prosegue Caramatti - sapere che siamo posizionati molto bene. A livello di cross marketing dipende molto da quali players hai. Il poker lavora bene con alcuni verticali come il casinò, con altri come le scommesse meno. Se hai tanti recreational players allora il cross sul casinò è ancora molto più alto. Su iPoker ci si basa molto sull’abilità e le capacità e questo è positivo anche se qualcosa che attragga gli occasionali serve sempre”.

Andiamo a vedere il futuro, a sfregare la “palla di vetro”, che ci dice Caramatti della liquidità condivisa? “Che non è, per ora, nell’agenda dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e soprattutto della politica. Però il poker italiano ha dimostrato di poter vivere bene anche da solo, anzi penso che sia arrivato il momento perchè si ritorni a parlare di poker sportivo come fu all'inizio. Sarebbe bello rivederlo in TV e tornare a raccontare i tornei, chissà che non ci sia qualcosa che bolle già in pentola!"

Come coltivare la crescita del gioco online in questi mesi di lockdown? “Il poker ha avuto un revamp importante nell’anno del Covid-19 e cosa bisogna fare perché i numeri vengano mantenuti a questi livelli il più e per non tornare al declino costante che c’aveva abituati ormai ogni anno? Se fossi in Adm diminuirei il più possibile il cash game, apporrei limiti sulle giocate e limiterei le perdite più veloci e incentivare gli mtt dove gli occasionali hanno più possibilità di vincere e giocano per più tempo. Quando venne lanciato il poker discutemmo proprio con te (con l’articolista, Ndr) sui numeri del cash ed ero convinto che si sarebbe creato un divario troppo importante tra i giocatori e il livello degli stessi. Senza cash il poker ne gioverebbe. Quando hai un torneo online con montepremi significativi diventa un metodo utile per poter comunicare anche i prodotti. E, infine, il palinsesto è tutto, molto più delle promozioni e di altri incentivi per i players”, conclude Caramatti.

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