skin

Wsop: obbligo vaccinale per tutti i player, ma non per lo staff

02 settembre 2021 - 08:25

Il personale Wsop non deve essere vaccinato: il Caesars non estende l'obbligo ai lavoratori ed esplode la polemica, destinata a non placarsi.  

Scritto da Vincenzo Giacometti
Wsop: obbligo vaccinale per tutti i player, ma non per lo staff

 

 

Il vaccino contro il temibilissimo Covid-19 continua a divedere e a sollevare polemiche, in tutto il mondo. Con conseguenze irreparabili in molti settori e in varie attività economiche e produttive. Non ultima, l'industria del gaming e dell'intrattenimento. Al punto che a finire sotto i riflettori e al centro delle polemiche sono anche – e soprattutto – Le World series of poker. E chi frequenta le pagine di poker nei vari social network avrà già notato il clima che si respira nel settore, da qualche settimana a questa parte. Tutto nasce dall'annuncio diramato dagli organizzatori delle Wsop dell'obbligo di vaccinazione per tutti i giocatori per poter partecipare all'evento più importante di poker al mondo. Mentre la mossa è stata accolta in maggioranza con piacere dal popolo dei players, per una questione di sicurezza generale, molti giocatori si sono dichiarati assolutamente contrari manifestando la proprio perplessità rispetto alla decisione, al punto che alcuni di essi hanno deciso di boicottare questa edizione delle World series.
Ad aggiungere ulteriore benzina sul fuoco, poi, si è aggiunta l'ulteriore notizia che appare in palese contrasto con la precedente: ovvero il fatto che, contrariamente ai giocatori, per il personale e i dealer che verranno impiegati nelle Wsop non ci sarà lo stesso obbligo di vaccinazione. Una decisione palesemente incoerente rispetto alle altre prese in precedenza e rispetto alla linea seguita in generale nella gestione dell'emergenza sanitaria.
In particolare, lo staff di Caesars Entertainment ha fatto sapere che tutti i membri del team Wsop sono “fortemente incoraggiati” a eseguire il vaccino conto il Covid-19, impegnandosi a rendere la vaccinazione facile e accessibile per tutti i membri del team, oltre a fornire incentivi significativi ai dipendenti e collaboratori che scelgono di essere vaccinati. Ma non si tratta di un obbligo, come invece è stato stabilito per i giocatori. E questo cambia tutto.

 

I RISCHI PER DEALER E PLAYER (E WSOP) - E' fin troppo evidente, infatti, come i dealer abbiano potenzialmente molti più contatti con persone estranee rispetto ai giocatori. E al di là della coerenza o della questione di principio che potrebbe scaturire da parte dei giocatori per una scelta così (apparentemente) “anomala”, scaturisce anche un tema di sicurezza per quei player che, magari, erano titubanti sul partecipare o meno alle Wsop per il timore di essere contagiati e avevano magari deciso di andare a Las Vegas soltanto perché avevano appreso dell'obbligo di vaccinazione che ridurrebbe notevolmente i rischi se applicato alla totalità delle persone.
Certo, va detto, a ogni evento di poker ci sono molti più giocatori che dealer: ma sono proprio i dealer, tuttavia, a spostarsi regolarmente tra un tavolo e l'altro, entrando così a contatto con una moltitudine di persone. Il numero di contatti che un dealer ha in un giorno è quindi decisamente maggiore rispetto ai giocatori, che in gran parte rimarranno seduti allo stesso posto per gran parte del tempo.
Per contro bisogna tenere conto anche della difficiltà a cui stanno andando incontro le società che organizzano eventi come pure i casinò, con una carenza di dealer e perrsonale che sembra essere sempre più diffusa, proprio come avviene in molti altri settori in questo momento dove ci sono carenze di lavoratori mentre il mondo inizia a ripartire. Ma nel caso delle Wsop, se un numero significativo di dealer dovesse essere costretto a rinunciare a causa di un obbligo vaccinale, potrebbe essere un serio rischio per l'evento di quest'anno, quando mancano soltanto 30 giorni all'inizio delle World Series of Poker, i quali saranno accompagnati ancora da nuove e ulteriori polemiche, che proseguiranno probabilmente anche durante tutto l'evento.

 

COSA ACCADE ALTROVE – Eppure la non estensione dell'obbligo di vaccinazione verso i lavoratori e dipendenti di locali pubblici o attività in generale non è affatto un caso isolato e questo giustifica, in parte, la decisione adottata da Caesars sulle Wsop. Anche in Italia, dove a partire dal mese corrente è stato esteso a ben 3,5 milioni di lavoratori l'obbligo di green pass (ma, si badi bene, non per tutti si tratta di un obbligo di vaccino), per il momento tale imposizione vale unicamente per i lavoratori autonomi e dipendenti di istruzione e sanitàper un totale di 1,6 e 1,9 milioni di occupati nei rispettivi settori. Anche se va specificato che mentre per medici e infermieri c’è un obbligo di vaccinazione, per il pesronale scolastico (docenti, personale Ata e presidi), l’obbligo è soltanto di produrre il green pass. Quindi chi non è vaccinato ha in teoria l’alternativa di poter esibire il tampone negativo (valido però solo 48 ore).
Anche in Italia, dunque, dove si stanno serrando sempre più le fila attorno all'obbligo (diretto o indiretto) di un vaccino, non è prevista – ad oggi – alcuna prescrizione, per chi lavora nei trasporti a lunga percorrenza (treni, navi, aerei, autobus), con la normativa che interessa i soli passeggeri e non gli occupati (quasi 622 mila), come rilevato da un’analisi della Fondazione studi dei Consulenti del lavoro. Per una situazione quindi analoga a quella che riguarda le Wsop negli States. E lo stesso avviene per i lavoratori dei locali di gioco della Penisola, mentre i giocatori devono mostrare il green pass per poter frequentare gli stessi locali.
Non solo. C’è una vasta platea di lavoratori italiani che si trova in una sorta di limbo normativo. Il decreto legge del 23 luglio 2021 ha previsto infatti l’obbligo del green pass, dal 6 agosto, per accedere a ristoranti al chiuso, musei, palestre, piscine, centri benessere, sagre e fiere, convegni e congressi, centri termali, parchi tematici e di divertimento, centri culturali, sale gioco, concorsi pubblici. L’obbligo è per chi accede in queste strutture mentre non è specificata in nessun modo l'estensione per coloro che ci lavorano. Non a caso anche nei trasporti, dove è prevista la certificazione verde per ora su aerei, navi e treni a lunga percorrenza, si attende un intervento anche sui lavoratori: la platea degli obbligati potrebbe includere i quasi 622 mila occupati nel settore dei servizi di trasporto aerei, ferroviari, terrestri e marittimi. Nella ristorazione l'obbligo esiste da tempo, per i clienti che pranzano al chiuso, ma non per camerieri, cuochi, responsabili di sala al lavoro. Ancora più anomala, invece, è la differenza con le strutture ricettive, dove al contrario degli altri locali non è previsto alcun obbligo di certificato verde, nemmeno per i clienti. Nel caso in cui si dovesse provvedere a disciplinare anche l'obbligatorietà per gli occupati di entrambi i settori, sarebbero interessati 1,3 milioni di lavoratori, tra dipendenti e autonomi.
Nel frattempo tuttavia il governo italiano sta pensando a qualche estensione in più nella platea degli obbligati. L'intento resta quello di estendere il più possibile la campagna vaccinale e a tale scopo il ministro della Salute Roberto Speranza starebbe valutando l’ipotesi di estendere l’obbligo di certificato verde per i dipendenti pubblici. Il decreto legge del 23 luglio richiede già il documento per accedere ai concorsi pubblici. E tale soluzione sarebbe anche in linea anche con la strategia del ministro della Pubblica amminsitrazione Renato Brunetta, che punta a contenere lo smart working e a riportare i lavoratori in presenza, così da garantire un servizio più efficiente ai cittadini. L’estensione potrebbe prendere forma nella fase di conversione in legge da parte del parlamento del decreto del 6 agosto 2021: si tratta del provvedimento che ha introdotto l'obbligo di green pass per i trasporti a lunga percorrenza a partire dal 1° settembre. Mentre l’obbligo potrebbe scattare già da ottobre.
In ogni caso, però, non si parla in nessun modo di obbligare al vaccino i lavoratori del settore dell'intrattenimento. Per questo la notizia delle Wsop, in questo senso, non dovrebbe stupire più di tanto. O, almeno, non più dell'obbligo di vaccino richiesto ai giocatori, che rappresenta già in sé una forzatura, probabilmente inevitabile, ma nient'affatto banale.

Articoli correlati